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Ghost Rider - Spirito di vendetta

22/03/2012 11:00

Martina Calcabrini

Recensione Film, CineComics, Marvel Comics, ghost rider,

Ghost Rider - Spirito di vendetta

Se nel primo capitolo avevamo lasciato Johnny Blaze alle prese con la maledizione che, di notte, lo tramutava in Ghost Rider, adesso lo ritroviamo addirittura p

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Se nel primo capitolo avevamo lasciato Johnny Blaze alle prese con la maledizione che, di notte, lo tramutava in Ghost Rider, adesso lo ritroviamo addirittura più arrabbiato (e affamato) di prima. I registi dell’action Mark Neveldine e Brian Taylor (autori di Gamer e del dittico di Crank), hanno deciso di realizzare Ghost Rider - Spirito di vendetta per raccontare una nuova avventura del demoniaco cacciatore di teste.


Johnny Blaze, per soffocare il dolore della scelta fatta in passato, è diventato un alcolizzato. Vive rintanato in una bettola buia e puzzolente, completamente all’oscuro di quel che avviene nel mondo esterno. Quando il monaco guerriero Moreau gli chiede aiuto per salvare la vita del piccolo Danny dalle grinfie del Diavolo, la coscienza di Johnny si desta e fa risvegliare la bestia che teneva domata. Ghost Rider, dunque, dovrà salvare il bambino prima dalle mire del mezzo demone Blackout, scagnozzo di Satana, e poi dal Diavolo in persona che vuole servirsi del corpo di Danny per custodire i propri immensi poteri.


La pellicola originale diretta da Mark Steven Johnson serviva per presentare al pubblico di massa un eroe oscuro e dannato. Ghost Rider - Spirito di vendetta, secondo i registi non considerabile come un sequel né come un reboot, cerca di esprimere lo spirito dell’omonimo fumetto Marvel in ogni fotogramma del film. Ghost Rider acquisisce conoscenze e movenze più articolate e attitudini più sadiche rispetto al personaggio originario. Lo sceneggiatore David S. Goyer elabora il protagonista come se fosse un modellino cui dare forma: impiega tecniche videoludiche per ampliare le sue visioni (pop) artistiche e utilizza ralenty e accelerazioni per accrescere la tensione, in perfetto stile Matrix. I numerosi effetti speciali e l’elaborato 3D donano alla pellicola un ulteriore dose di azione e adrenalina che non lascia indifferenti. Pioggia di cenere, motori scoppiettanti, esplosioni multiple e catene infiammate, mietono vittime e producono proseliti: chi era rimasto indifferente al primo capitolo della saga, questa volta non potrà evitare di prendere posizione. Se la recitazione della nostrana Violante Placido lascia quantomeno interdetti, un ottimo Ciaran Hinds e l'iperbolico Nicolas Cage dal cranio perennemente infiammato, intrattengono il pubblico per oltre un’ora. Poco importa delle improbabili trovate (vicine a un gusto fortemente trash) e poco credibili femme fatale mitteleuropee. La seconda avventura del giustiziere notturno va guardata semplicemente per quello che è: una pellicola che si prende insistentemente e maledettamente poco sul serio.


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