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La poliziotta della squadra del buon costume

01/04/2012 11:00

Ingrid Malossi

Recensione Film,

La poliziotta della squadra del buon costume

Gianna D'Amico (Edwige Fenech) è una procace poliziotta che vuole fare carriera ed entrare assolutamente nella squadra del Buon Costume...

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Gianna D'Amico (Edwige Fenech) è una procace poliziotta che vuole fare carriera ed entrare assolutamente nella squadra del Buon Costume. La donna è tenace ma anche molto ingenua e con la testa tra le nuvole, tanto che per cercare di guadagnarsi il rispetto del Commissario Nardecchia (Gianfranco Barra, doppiato stranamente in emiliano), arresta il suo nuovo superiore, il Commissario Scappavia (Lino Banfi), durante una retata notturna per i viali di Roma, dopo essersi vestita lei stessa da prostituta. Dopo lo spiacevole inconveniente, la giovane ha finalmente l'occasione per dimostrare di avere anche altre doti oltre che l'indubbia bellezza fisica, comunque apprezzatissima dai colleghi. S'imbatte così in un vero e proprio giro di prostituzione e, per sventarlo, decide di approfittare della sua procacità e disinvoltura per farsi assumere in un night club come cantante/spogliarellista. Quando i colleghi e il fidanzato scoprono che la donna è in pericolo, si precipitano ad aiutarla, travestendosi anch'essi da donne per poter entrare nel locale, ma vengono smascherati quasi subito. Alla fine Giulia trova veramente un criminale, Joe Maccherone (Franco Diogene), un mafioso italo-americano invischiato nella tratta delle bianche.


Ingranaggio consolidatissimo e gag scollacciate sono gli ingredienti qui resi ancora più espliciti da inquadrature piccanti, da luci e musiche che evidenziano la grande presenza scenica della Fenech. L'attrice francese dà il meglio della sua verve sensuale quando canta Pornographie o nell'immancabile scena della doccia, vero e proprio must del genere "commedia sexy all'italiana", del quale il film ne è uno dei migliori esemplari, ma anche nei vari duetti con Lino Banfi (che va a sostituire, in meglio, Mario Carotenuto) e Alvaro Vitali, ridotto a spalla del comico pugliese. Nonostante la prevedibilità delle battute che già l'ambientazione della buoncostume può fornire, la pellicola, che è il sequel de La poliziotta fa carriera, ed episodio centrale della trilogia Fenechiana de "la poliziotta" (il successivo sarà La poliziotta a New York , tutti e tre del regista Michele Massimo Tarantini), propone una sceneggiatura lineare e scontata con dialoghi da avanspettacolo, talvolta volgarotti, ma pur sempre entro i limiti della commedia di genere. Il film prosegue con un certo ritmo spedito per tutta la sua durata perdendosi leggermente sul finale, raggiungendo indubbiamente l'apice comico quando Banfi e Vitali in abiti femminili arrestano a suon di ceffoni, in stile Bud Spencer e Terrence Hill, i pericolosi truffatori, tra cui spicca Jimmy Il Fenomeno, alias Origene Soffrano.


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