Tratto dall’omonimo romanzo di Guy de Maupassant, Bel Ami è la storia di Georges DuRoy (Robert Pattinson), un contadino della Normandia che, dopo aver svolto servizio militare nella guerra d’Algeria, approda a Parigi per tentare di cambiare le sorti della sua esistenza. Nella capitale francese il ragazzo incontra il commilitone Charles Forestier (Philip Glenister) che, insieme a Madeleine (Uma Thurman), lo introduce a "La Vie Française", giornale gestito da Rousset (Colm Meaney), dove Georges comincia a scrivere supportato anche da Virginie Rousset (Kristin Scott Thomas). Resosi conto di riuscire ad ottenere tutto grazie alle sue doti di seduttore, il ragazzo non si farà scrupoli nello sposare Madelaine e corteggiare Virginie, nel continuo tentativo di avanzare lungo la scala sociale. Tutto sotto lo sguardo di Clotilde De Marelle (Christina Ricci), donna sposata che si innamora subito di Georges. Non è mai facile, al cinema, rapportarsi con i grandi classici della letteratura; eppure, nonostante il budget limitato, il film di Declan Donnellan e Nick Ormerod, arriva al cinema carico di aspettative, dovute anche ad un cast di prima categoria. Da Uma Thurman e Kristin Scott Thomas, fino a Robert Pattinson, che ancora cerca disperatamente di fuggire dalla prigione iconografica del vampiro Edward Cullen. Ed è proprio nel protagonista che il film dimostra le proprie incertezze: Georges Duroy è un arrampicatore sociale senza scrupoli, consapevole dei propri meriti e del proprio potere sulle donne. Nelle intenzioni di Guy de Maupassant il giovane contadino era il mezzo privilegiato per raccontare l’universo della borghesia grazie ad una doppia visuale: quella di Georges prima de "La Vie Française" e quella dell’aristocratico in cui tenta di trasformarsi. Un personaggio troppo complesso e troppo profondo per le spalle esili dell'attore di Twilight, che dimostra un’acerbità espressiva ulteriormente evidenziata dai continui primi piani. Allo stesso tempo la sceneggiatura di Rachel Bennette non sembra in grado di raccogliere appieno l’eredità lasciata dallo scrittore francese, accontentandosi di raccontare la trama senza però scendere nei meandri dell’anima dei personaggi. Le tre donne della storia non sono altro che macchiette stereotipate, piatte e inverosimili che dovrebbero rispecchiare tre modi diversi di vivere l’amore e la passione. Il risultato è il ritratto fastidioso di tre arpie che non aggradano lo spettatore. Uma Thurman, con la sua voce rauca e insofferente, è una donna ambiziosa che però si accontenta di essere una sorta di grillo parlante dei propri mariti. Kristin Scott Thomas è una puritana che per la prima volta tradisce il marito, trasformandosi in un’invadente fidanzata, e infine Christina Ricci – di certo la migliore del cast – ama veramente Georges, ma accetta continuamente di farsi sottomettere nonostante l'ostentata libertà . Tutti questi elementi portano ad un film che non solo non coinvolge lo spettatore, ma soprattutto, non riesce a dispiegare la narrazione in maniera fluida. La colonna sonora di Lakshman Joseph de Saram e Rachel Portman resta la migliore e più riuscita interpretazione.