Diretto a quattro mani dai due ex-stuntmen Mike McCoy e Scott Waugh, Act of valor è una pellicola d’azione vecchia maniera che esalta fino all’estremo il cameratismo tra soldati ed il loro sacrificio per la patria, non avendo timore di scadere in facili luoghi comuni, ma, al contrario, trovando in questi il punto di forza al servizio della storia. Era dai tempi di We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo che non si vedeva un machismo cosi ostentato. A differenza della pellicola che vedeva un granitico Mel Gibson nel ruolo da protagonista, Act of valor ci presenta dei personaggi credibili e mai arroganti in cui identificarsi facilmente e che fanno apprezzare il film in tutti i suoi aspetti. Un agente della CIA rapito, un terrorista ceceno disposto a tutto pur di scatenare un nuovo 11 settembre negli Stati Uniti. Per risolvere il caso che potrebbe avere dei risvolti agghiaccianti viene mandato in missione un manipolo di uomini appartenenti alle forze armate SEAL. Sarà una vera e propria corsa contro il tempo da un capo all’altro del mondo per questi valorosi uomini, pronti anche all’estremo sacrificio pur di difendere la propria nazione e dare un futuro più sicuro alle proprie famiglie. Un ottimo prodotto commerciale che fa leva sull’orgoglio nazionale americano. L’opera di McCoy e Waugh vanta una lunga sequenza iniziale da cardiopalma, sicuramente una delle migliori viste negli ultimi anni. L’impiego di veri SEAL nelle parti di se stessi conferisce una strepitosa veridicità alle azioni di guerra, ed il livello di coinvolgimento dello spettatore è portato ai limiti della totale immedesimazione anche grazie alle numerose soggettive dei soldati ed alle riprese effettuate con telecamere a spalla. Ad una prima parte concitata all’inverosimile ne segue una più statica, che si sofferma sui singoli personaggi e sulle loro storie personali. Si cerca di far leva su comuni e condivisi valori familiari senza però mai scadere nel banale. La scena in cui uno dei due protagonisti si trova ad affrontare la moglie prima di partire per la missione ha addirittura dei richiami omerici, e per un momento la mente dello spettatore ricorda il commovente commiato di Ettore dalla moglie Andromaca e dal figlio Astianatte. L’ottima regia e le musiche sempre puntuali fanno chiudere un occhio sul finale, questo sì, abbastanza prevedibile. Tecnologia bellica intessuta di potente realismo, personaggi convincenti ed interpretazioni ammirevoli del cast sono, infine, il biglietto da visita di questo lodevole spettacolo di matrice ludica che promette di emozionare dall’inizio alla fine anche i non amanti del genere.