Robots è il secondo film dello studio Blue Sky, la casa di produzione fondata da Chris Wedge nel 1987 e resa famosa dalla serie de L'era glaciale. Il regista, insieme a Carlos Saldanha (Rio 3D), torna a dirigere un lungometraggio d'animazione che catapulta lo spettatore in una scintillante città robotica ben diversa dai preistorici paesaggi delle avventure del bradipo Sid e compagni. Rodney Copperbottom è un giovane robot inventore che decide di tentare la fortuna nella grande città , sperando di lavorare per le famose industrie Bigweld. Giunto a Robot City però si renderà conto che il mondo che sognava è ben diverso dalla realtà e sarà catapultato, suo malgrado, in una serie di rocambolesche avventure, al fianco di sgangherati amici meccanici, nel disperato tentativo di salvarli da un'infausto destino. Scritto da David Lindsay-Abaire (Rabbit hole), Robots è un film espressamente pensato per i gusti del pubblico più giovane, che osa poco e punta su una struttura semplice ed ampiamente consolidata. Le trovate e le gag si appoggiano su un collaudato repertorio slapstick che diverte solo a tratti e scivola spesso nel già visto. La comicità , immediata ed estremamente digeribile, risulta quindi altrettanto stucchevole sulla lunga distanza. I personaggi - ampiamente caratterizzati dal punto di vista grafico - risentono di un forte macchiettismo di fondo che li priva di un'originale connotazione caratteriale, relegando molti comprimari a semplici immagini di sfondo. Una forte, e gradevole, carica di umanità conferisce ai luccicanti robot, un aspetto decisamente familiare, contribuendo ad accentuare il gradimento visivo da parte del pubblico e a sopperire alle lacune. Le buone idee non mancano: interessante la critica al consumismo forzato e alla corsa agli aggiornamenti, che però resta priva di un buon approfondimento apparendo pretestuosa ai fini della vicenda. Poche sono le sequenze memorabili: l'ingresso nell'infernale fabbrica di Madame Gasket e il bizzarro mezzo di trasporto con cui Rodney arriva a Robot City rimangono impresse, ma non riescono tuttavia a far decollare il film, ancorato al suolo da un'eccessivo tripudio di buoni sentimenti e forzature più o meno evidenti, che contribuiscono ad intiepidire ulteriormente una minestra poco saporita. Il doppiaggio italiano non equilibra tale impoverimento: la voce di Francesco Facchinetti, che sostituisce quella di Ewan McGregor, è una scelta azzardata che non regala il successo sperato. Nonostante un substrato particolarmente fertile, Robots non supera gli stereotipi del cinema di genere, rimanendo legato ad una forte tradizione e privando i contenuti dello spessore necessario ad accattivare il grande pubblico. Molti elementi rimangono abbozzati e non permettono a questo cartoon, tutto sommato gradevole, di raggiungere le vette toccate altrove dallo studio.