Sentimenti tersi, ottimi attori, scenografie da cartolina e una fotografia limpida e luminosa sono, da sempre, gli assi nella manica di Lasse Hallström. Chocolat, Hachiko – Il tuo migliore amico e Casanova sono soltanto tre dei grandi lavori del regista svedese, arrivato al successo con l’irriverente commedia La mia vita a quattro zampe. Idealista, sognatore, un uomo innamorato della propria arte, Hallström torna dietro la macchina da presa per realizzare una commedia drammatica che celebra il valore della vita e dell’amore. Alfred Jones è uno scienziato introverso e solitario che lavora per il Ministero britannico della Pesca e dell’Agricoltura. La sua vita privata, monotona quanto le sue strambe e ripetitive abitudini, viene sconvolta dall’obbligo di accettare un lavoro bizzarro per un importante sceicco. Il governo, desideroso di coprire un’inefficienza mediatica, sposa l’improbabile progetto dello sceicco, spostando così l’attenzione del popolo dalla distruttiva campagna militare in Afghanistan allo stravagante progetto di introdurre la pesca al salmone negli aridi altipiani dello Yemen. Jones, abituato ad azioni razionali e scientificamente attestate, inizia a dedicarsi svogliatamente al progetto, infastidito dallo straordinario ottimismo della bella assistente Harriet Chetwode Talbot. Ispirandosi all’omonimo romanzo di Paul Torday, lo sceneggiatore Simon Beaufoy, premio Oscar per The Millionaire, servendosi di una narrazione classica rende le avventure dei protagonisti perfettamente funzionali allo sviluppo della storia, supportata anche da ottime interpretazioni del cast. Ewan McGregor veste i panni di Alfred Jones, un uomo saccente e presuntuoso che maschera la propria (estrema) sensibilità per apparire forte e risoluto. Possessore di quell’ironia britannica elegante e raffinata, il protagonista di Big Fish regala allo spettatore una performance signorile e delicata. Harriet Chetwode Talbot ha il volto di Emily Blunt, protagonista dell’acclamato I guardiani del destino, che si rivela ben presto la partner ideale per seguire il cambiamento interiore del solitario Dottor Jones. Kristin Scott Thomas, impertinente e sfacciata, infine, dona quel tocco di comica ironia utile a stemperare un'atmosfera altrimenti melensa. L'elegante fotografia di Terry Stacey predilige i colori caldi dei paesaggi, veri e propri specchi dell’anima dei protagonisti. Dalle fredde atmosfere londinesi i personaggi vengono lentamente introdotti nelle riserve naturali scelte diligentemente dallo sceicco, un uomo mistico e profondo. Le sue parole indirizzano lo spettatore verso la vera essenza delle cose, ovvero tutto ciò che lo porta a riflettere sull’importanza del progresso come accettazione (e assimilazione) del nuovo e del diverso, e che infine lo convince a credere con il cuore a cause apparentemente impossibili. Sostenuta da una regia solida e poetica, Il pescatore di sogni è una pellicola che ricorda l’importanza delle cose semplici, quelle che, inconsapevolmente, regalano sprazzi di felicità grazie alla loro genuina ed autentica essenza.