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Marilyn

13/05/2012 11:00

Aurora Tamigio

Recensione Film,

Marilyn

Nell’estate del 1956, Marilyn Monroe (Michelle Williams) arriva a Londra con il marito Arthur Miller (Dougray Scott) per le riprese de "Il principe e la balleri

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Nell’estate del 1956, Marilyn Monroe (Michelle Williams) arriva a Londra con il marito Arthur Miller (Dougray Scott) per le riprese de "Il principe e la ballerina", in cui recita a fianco di Laurence Olivier (Kenneth Branagh). Partito Miller, a farle da cicerone durante la visita britannica è Colin Clark (Eddie Redmayne) , giovane assistente di Sir Laurence. Durante la settimana che i due trascorreranno insieme, Clark avrà modo di conoscere l’affascinante diva e la fragile donna che vi si nasconde dietro.


Tratto da The Prince, The Showgirl and Me e My Week with Marilyn, i diari scritti da Colin Clark dopo il folgorante incontro con Marylin Monroe sul set del romantico Il principe e la ballerina, il primo film di Simon Curtis traccia un delicato ritratto dell’attrice negli anni del successo. Facendo proprio il punto di vista del giovane Clark, assistente di Olivier, travolto dal fascino della più grande delle dive, Curtis dirige una pellicola elegante ed onesta, che schiva l’agiografia riuscendo a raffigurare, ancor prima del mito, la donna, Norma Jeane. Lo diceva Rita Hayworth, ma lo pensava anche Marylin: "gli uomini vanno a letto con Gilda e si svegliano con me". Ed ecco allora il racconto, intimo, diaristico per l’appunto, dell’incontro fra un giovane scrittore e il simbolo della sensualità degli anni ’50 e '60, la donna a cui i giornalisti chiedevano se andasse a dormire nuda o vestita, che ogni uomo desiderava e che, periodicamente e ripetutamente, i partner abbandonavano.


La sceneggiatura di Adrian Hodges non esclude nessuno dei volti di Marilyn: il rapporto con Miller, il matrimonio e la solitudine, le attrici amiche, le rivali, e soprattutto Hollywood, un amore-odio, come tutti quelli che la diva ebbe. Nel film di Curtis c’è tutto questo, e altro. La fragilità, gli sbalzi d’umore, i capricci, la depressione, ma anche l’artista, l’attrice all’apice del successo, la donna giovane, ricca e spiritosa di cui tutti si innamoravano. Ma ad accattivare le luci della ribalta è la superba interpretazione di Michelle Williams, talento statunitense rivelatasi pienamente in Brokeback Mountain, qui alla sua definitiva consacrazione, con un Golden Globe vinto e una nomination all’Oscar come miglior attrice. La Marilyn - già interpretata da Poppy Montgomery nella pellicola di Joyce Chopra del 2001 - della Williams è, diversamente dal solito, una diva che sorride, che seduce non solo con la sua bellezza ma anche con la civetteria e il senso dell’umorismo. Intorno a lei, glorie del cinema internazionale interpretano i più grandi attori di tutti i tempi: l’irlandese Kenneth Branagh, Judi Dench nei panni di Sybil Thorndike e Julia Ormond in quelli della splendida Vivien Leigh. Nominato a due premi Oscar, a sei BAFTA e a tre Golden Globe - di cui uno vinto per la migliore attrice protagonista – My Week with Marilyn è un film che lascia il segno nel cuore di tutti coloro che hanno amato e amano Marilyn Monroe e attendevano da tanto un ritratto completo della donna, diva e icona di un'epoca.


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