Ci aveva già provato Mordimi, film di Jason Friedberg e Aaron Seltzer, a portare al cinema una parodia del fenomeno di culto lanciato da Twilight. A distanza di due anni, a tentare il colpaccio è Craig Moss, nelle doppie vesti di regista e sceneggiatore, con il suo Succhiami, titolo che, già nella sua versione italiana, svela il tono esageratamente scanzonato della pellicola. In effetti, se nel film precedente era pur presente una minima narrazione che giustificasse alcune scelte discutibili, nella pellicola di Moss le tracce di sceneggiatura svaniscono del tutto, lasciando il posto ad un universo diegetico caotico e rumoroso, dove a farla da padrone sono le gag volgari che tentano, in un ultimo disperato e fallimentare valzer escatologico, di piegare il pubblico ad una soverchiante risata. Moss recupera elementi provenienti dalla saga originale, prendendo a piene mani situazioni dai film Eclipse e Breaking Dawn – Part One trasformandole in elementi da tappezzeria per porre l’accento sugli appetiti sessuali dei protagonisti e sulle loro continue flatulenze (non a caso, il titolo originale è Breaking Wind). La trama stessa del film, in effetti, è ridotta all'osso: Bella ed Edward sono sempre innamorati e, dopo un corteggiamento casto e pudico, tentano di sfogare i propri ormoni. Jacob, al contrario, sfoga la propria delusione amorosa gettandosi sui carboidrati composti, perdendo il fisico allenato e ingrassando vistosamente, così come faranno anche altri licantropi suoi amici. All’improvviso, però, in città arriva “la Rossa”, nemica giurata di Edward e Bella, che costringerà tutti (compreso Jacob) a sotterrare l’ascia per sconfiggere un nemico comune. Non c’è davvero altro. Persino i richiami alla cultura cinematografica mainstream – da Avatar a Pirati dei Caraibi – nel tentativo di emulare la strategia lanciata da Scary movie, risultano non solo scialbi, ma anche completamente fuori posto, non aiutando la narrazione a trasformarsi in una spassosa presa per i fondelli. Ma l’elemento più grave di un film che vuol fare della parodia il suo marchio di fabbrica è che quest'ultima non riesce mai nel suo intento: non è divertente, né lontanamente intelligente. Piuttosto un turbine di volgarità a caso, dove nessuno sforzo di scrittura viene fatto per tentare di rendere la pellicola accessibile ad un pubblico più vasto, che nel cinema – anche in quello parodistico – cerca qualcosa che vada al di là di volgarità o scene sessuofile grottesche (come la sequenza tra la nonna di Bella e Edward). A guardare il film si avverte il desiderio crescente da parte dello spettatore di vedere Danny Trejo dismettere i panni di Billy Black a favore di quelli del sanguinario Machete per fare un po' di pulizia in un universo diegetico più vuoto di un buco nero.