{a href='https://www.silenzioinsala.com/1917/pinocchio/scheda-film'}Pinocchio{/a} è il quinto film di Enzo D'Alò, celebre animatore italiano che esordì al cinema nel 1996 con La Freccia Azzurra. Dopo anni di lavorazione, il film è stato presentato alla 69° Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, nella sezione Giornate degli Autori. Restando fedele alla tradizione, il regista napoletano sceglie un personaggio quanto mai popolare - ma i cui molteplici adattamenti non sempre sono andati a buon fine - per il suo ultimo film, ispirandosi direttamente al romanzo di Carlo Collodi e riuscendovi a mantenere una certa fedeltà . Il vecchio falegname Geppetto scopre che uno dei ciocchi di legna che sta lavorando ha il dono della parola, e decide di scolpirvi un burattino di legno. Pinocchio però si dimostrerà presto un figlio tanto amorevole quanto scapestrato. Combinandone di tutti i colori il giovane burattino riuscirà a cacciarsi in avventure sempre più pericolose, fino all'immancabile lieto fine. La versione di D'Alò colpisce per la ricchezza cromatica e la particolare ricercatezza stilistica. I disegni dell'artista Lorenzo Mattotti presentano ampie campiture, gradevoli e ricche, che alternano abilmente tinte calde e fredde a seconda delle necessità narrative. I protagonisti a loro volta si presentano tanto semplici quanto incisivi; il netto distacco fra fondali e personaggi dà la possibilità all'autore di caratterizzare a piacere i suoi attori mantenendo una certa sobrietà che mette ancora più in risalto la ricercatezza di alcune sequenze. Accompagnata dalla colonna sonora di Lucio Dalla, la storia attinge direttamente dal romanzo di Collodi, ripristinando quindi personaggi assenti nel classico disneyano, come il Pescatore Verde e il cane poliziotto Alidoro, e introducendo nuove sequenze che però, invece di arricchire la vicenda, diluiscono la narrazione frammentandola in una molteplicità di piccoli episodi. Alcune sequenze sono meno fluide di altre, evidenziando ulteriori pecche di una sceneggiatura che cerca di compiacere il pubblico infantile in maniera eccessiva; molti passaggi - nelle intenzioni - forti, sono in realtà edulcorati da un eccessivo buonismo di fondo. Dialogando al solo livello infantile, il film rischia infatti di risultare noioso e poco gradevole al resto del pubblico, rimanendo legato ad una dimensione cartoonesca tradizionale ormai da tempo superata, cui il grande pubblico si è in gran parte disabituato. Con la sua piacevolezza e il suo genuino infantilismo, {a href='https://www.silenzioinsala.com/1917/pinocchio/scheda-film'}Pinocchio{/a} risulta un film di buon livello nel panorama nazionale, ma si dimostra del tutto inadeguato a competere con i prodotti stranieri contemporanei.