Gina (Giulia Valentini) e Marco (Filippo Scicchitano) non hanno ancora vent’anni, ma sono entrambi decisi a dare una svolta alle loro esistenze. Il destino li fa incontrare alla periferia di Roma quando il ragazzo, al suo primo giorno di lavoro, incaricato di accompagnare Gina dall’onorevole Balestra, di cui è l’autista, fa la sua comparsa a bordo di un’elegante auto nera in un piazzale desolato, davanti agli sguardi attoniti dei passanti. È grazie all’onorevole che Gina ha ottenuto un posto in televisione, ed ora la ragazza è diretta da lui per dimostrargli tutta la sua gratitudine. Salutata riluttante la madre, la giovane intraprende un viaggio destinato a cambiarle per sempre la vita: come si comporterà al cospetto del politico? Sarà disposta a scendere a compromessi? Un giorno speciale esce nelle nostre sale in un periodo di grande fermento del cinema italiano. Basti pensare a importanti pellicole come Reality di Matteo Garrone e Bella addormentata di Marco Bellocchio. Quasi a formare un ideale trittico, il film della Comencini racconta in modo semplice ed asciutto una delle realtà del nostro paese avvilito dai continui scandali della classe politica. A dar volto ai personaggi nati dalla penna di Claudio Bigagli, autore de Il cielo con un dito, romanzo da cui la regista ha tratto ispirazione, sono due giovani promesse: Scicchitano, già visto in Scialla!, e la bellissima Giulia Valentini, qui alla sua prima esperienza. La loro performance, movimentata da un continuo ribaltamento di ruoli, è sorprendente: dai loro sguardi, incerti e diffidenti, ai dialoghi, lasciati spesso all’improvvisazione, si avverte la sensazione di assistere ad una realtà autentica, in cui la costruzione finzionale della sceneggiatura scivola in secondo piano. I due attori riescano a far convivere nelle loro interpretazioni l’entusiasmo e l’inquietudine degli adolescenti di oggi nei confronti del futuro, una zona d’ombra in cui è facile smarrire lentamente la propria identità. L’approccio realista della Comencini, che ricorda vagamente Garrone, trova nella scelta dei comprimari, in gran parte attori non professionisti, uno degli elementi di maggior interesse della pellicola. Rispetto al romanzo, di cui viene mantenuta la struttura di base, il linguaggio si fa meno esplicito e vengono apportate modifiche significative per quanto riguarda la presenza di alcuni personaggi, eliminati completamente dalla sceneggiatura, ed il finale, che qui viene letteralmente stravolto risultando più credibile e lineare con il percorso intrapreso dai due giovani nel corso della storia. A fare da sfondo all’intera vicenda è una Roma assolata e brulicante, in cui alle forme squadrate dei fatiscenti palazzi di periferia fanno eco i grandi spazi del centro, meta tanto agognata, su cui i protagonisti proiettano i loro sogni appena prima di vederli naufragare nei sublimi attimi finali. Un’opera necessaria, divertente, in grado di offrire, nel nostro presente cinematografico, un ulteriore spaccato d'attualità su cui riflettere.