Cinquant'anni di storia jugoslava raccontati attraverso l'ascesa, il declino e l'abiezione di Marko ( Marko (Predrag Manojlovic) e Petar "Il Nero" (Lazar Ristovski): eroi della resistenza contro i tedeschi, amici, rivali - anche in amore - e vittime di una guerra senza fine. Travolti dalla loro stessa crudeltà e incapaci di sentimenti puri, neanche per la bella Nataljia (Mirjana Jokovic). Tito, il crollo del comunismo, il dramma degli anni Novanta fanno da sfondo a una faida di mezzo secolo fra due uomini, nel più complicato dei film di Emir Kusturica, onirica sintesi di un'intera epoca. C'è un certo romanticismo agrodolce in Emir Kusturica, uno stridere di sentimenti, un modo di rappresentare il vivere perennemente incerto, come in una polveriera a rischio costante di esplosione. Artisti come Emir Kusturica hanno creato un genere cinematografico e uno stile visivo crudo ma a tratti inaspettatamente comico. Underground è il manifesto tecnico e teorico del regista bosniaco: la musica giusta (Goran Bregovic), la storia perfetta, le immagini adatte. Del resto in Underground è necessario più che mai trovare la strada giusta, essendo il film una sintesi politica, un affresco surreale degli effetti - da teatro dell'assurdo - che la guerra ha sull'essere umano: un gioco di menzogne in cui ci si trova calati contro la propria volontà . Le fantasie del Nero contro i sogni di grandezza di Marko, in una terra che si fa e si disfa da un giorno all'altro. Per Emir Kusturica anni di guerre si riassumono in quest'opera aggrovigliata: sintesi di generi, complicata da seguire, meravigliosa per atmosfere. Poche altre pellicole rendono tanto quanto Underground un certo momento storico. Nel 1995 la Jugoslavia è davvero la terra fatta a pezzi e naufragata, rimasta come immagine simbolica nell'eccezionale sequenza che chiude il film. Underground è un melodramma d'amore, un film storico, un musical, un thriller: il talento di Emir Kusturica, a oggi ancora ineguagliato, sta nell'aver creato con Underground un film rapsodico che è nello stesso momento almeno cinque o sei film diversi ma che si offre allo spettatore come un'unica potente speculazione.