In una Torino da romanzo si intrecciano le vicende di Leo (Valerio Mastandrea), vedovo e padre di Maddalena (Serena Pinto) ed Elia (Luca Dirodi), di Diana (Alba Rohrwacher), artista sensibile e imbranata, e Amanzio (Giuseppe Battiston), polemista di città . Una serie di circostanze porteranno Leo e Diana ad incontrarsi nello studio di un avvocato traffichino, ed Elia e Amanzio a diventare grandi amici. Il tutto sotto il severo sguardo delle statue cittadine e del volo di una cicogna bianca, Agostina, compagna di giochi di Elia. Il nuovo film di Silvio Soldini è a tutti gli effetti una favola metropolitana. Statue che parlano, cicogne addomesticate, personaggi surreali e un'ambientazione cittadina che mescola la skyline di Torino con quella di Milano e di altre città d'Italia. Soldini riprende le atmosfere delicate e romantiche che già in Pane e Tulipani e Agata e la tempesta ne avevano costituito la cifra stilistica, e le colloca in un contesto d'attualità , in piena crisi socio-economica, come era stato anche in Giorni e nuvole. Il risultato è una commedia che sdrammatizza, ride e fa ridere di temi come il precariato, l'integrazione, la difficoltà di essere genitori, la solitudine e persino la morte. Il comandante e la cicogna conferma la vocazione del cinema italiano degli ultimi anni alla coralità e ne offre un esempio ben riuscito, con una sfilata di personaggi che sembrano usciti da un quadro di Chagall. Mattatore indiscusso è Valerio Mastandrea, nei panni di Leo, padre vedovo buono come il pane, alle prese con due figli impegnativi, Maddalena, in preda ad una complicata adolescenza, ed Elia, tredicenne sognatore ed ecologista con una cicogna per amica. Alba Rohrwacher si rivela un vero talento comico nel ruolo della timida Diana, candida artista perennemente in bolletta, strozzinata dall'eccentrico padrone di casa che si nutre di aforismi - un Giuseppe Battiston che si conferma raro esempio di umorismo e tenerezza. Tutto intorno ci sono Luca Zingaretti nei panni di un avvocato truffaldino, Claudia Gerini in versione sexy fantasma, Yang Shi come eccezionale comprimario, insieme a piccoli cammei di Giuseppe Cederna e Giselda Volodi. E poi ci sono le voci di Pierfrancesco Favino, Neri Marcorè e Gigio Alberti a dare vita alle statue di bronzo di Garibaldi, Leonardo, Leopardi e del Cavalier Cazzaniga, narratori esterni – più o meno irriverenti - delle vicende umane del film. Anche se non mancano le ingenuità (soprattutto in certi ruoli macchiettistici come i due genitori siciliani dell'ex fidanzato di Maddalena, o nel personaggio della Gerini, il fantasma della moglie con cui Leo intrattiene lunghe chiacchierate solitarie) Soldini è un regista di grande intelligenza cinematografica. In un momento in cui il cinema italiano fatica a trovare il giusto equilibrio tra comicità demenziale, trame melense o pretese di eccessiva drammaticità , Il comandante e la cicogna è una commedia confezionata su misura per i tempi duri della società italica e del suo cinema, cucita a pennello sugli attori protagonisti. Se alle voci gravi delle statue è delegato il compito amaro di riflettere e fare da coro greco alle sciagure umane, ai protagonisti l'incarico sempre arduo di obbedire alla sola fede di Soldini nonchè ragione del suo inarrestato successo negli anni: la leggerezza.