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Mental

14/11/2012 11:00

Erika Pomella

Recensione Film,

Mental

Shirley (Rebecca Gibney) vorrebbe tanto che la sua famiglia somigliasse ai Von Trapp di tutti insieme appassionatamente, quel tanto che basta a convincere suo m

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Shirley (Rebecca Gibney) vorrebbe tanto che la sua famiglia somigliasse ai Von Trapp di tutti insieme appassionatamente, quel tanto che basta a convincere suo marito Barry (Anthony LaPaglia) a tornare a casa da lei e dalle sue cinque figlie. A causa del crollo nervoso della donna, Barry la fa rinchiudere in un manicomio, dicendo poi a tutti che è andata in vacanza. L’uomo, sindaco della piccola cittadina australiana in cui vive, non vuole che la malattia della moglie comprometta la sua reputazione politica, ma d'altra parte si rivela del tutto incapace di prendersi cura delle cinque figlie, tutte convinte di avere qualche problema mentale. Assolda così un’autostoppista come babysitter (Toni Collette).


Se Mary Poppins fosse incappata in un tracollo nervoso probabilmente avrebbe avuto l’aspetto della Shaz di Toni Collette. L’attrice de Il sesto senso interpreta con bellezza sgraziata una governante sui generis che alla bontà di cuore e alle canzoni allegre sostituisce minacce e perle di saggezza provenienti dai manuali di psicologia. Perennemente accompagnata dal fedele compagno canino Squartatore, Shaz sembra essere una reduce, una veterana che, al posto della guerra, ha combattuto contro il dolore e, soprattutto, contro la follia che questa sofferenza ha comportato. La carismatica leader della galleria di adorabili personaggi fuori di testa attira su di sé tutte le simpatie del pubblico che, proprio come le giovani ragazze Moochmore, non possono resistere al fascino sopra le righe della donna. Ma P.J. Hogan, autore anche della brillante sceneggiatura, è abile nel descrivere un personaggio borderline e mentalmente instabile, con potenti venature negative e nel quale permane un sottotesto nauseabondo e disturbante.


Mental è l’ennesima prova dell’eccentricità del regista di Insieme per caso: guidato da una sua esperienza autobiografica, Hogan dirige un film folle, esageratamente sopra le righe, con colori accesi che invadono lo schermo. La piccola cittadina australiana che fa da set alla vicenda viene trasformata dal regista in una giostra di mine vaganti dove, tra scene musicali prese in prestito dai musical disneyani con Julie Andrews, e donne di mezza età che radono le nipoti per ricavare una parrucca per le bambole, la condizione umana appare quasi del tutto priva di speranza, anche se inaspettatamente divertente. Surreale, irrispettoso e pieno di una dolcezza velenosa, Mental è una pellicola girata con cura e ricco di trovate esilaranti, il cui messaggio di fondo inneggia al diritto sacrosanto di ognuno di innamorarsi di se stesso e di fuggire da un conformismo che ci vorrebbe tutti uguali.


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