Interessante esperimento quello del giovane regista napoletano Francesco Afro De Falco che, in collaborazione con lo sceneggiatore Giovanni Mazzitelli, propone un viaggio nella Napoli esoterica, in bilico tra storia e leggenda, tra arte e alchimia. E proprio alla lunga tradizione di alchimisti del capoluogo partenopeo si rifà il titolo della pellicola, Vitriol, acronimo latino che sta per “Visita Interiora Terrae Rectificandoque Invenies Occultum Lapidem” (visita l'interno della Terra e, correggendo, troverai la pietra nascosta): da Giustiniano Lebano a Lytton, da Giuliano Kremmerz alla teosofa russa Blavatsky, De Falco ci guida attraverso una Napoli sotterranea e sconosciuta. Lola Verdis (Roberta Astuti) è una laureanda in architettura all'Università di Napoli: per la sua tesi ha scelto di documentare, attraverso dei filmati girati con una handycam, le connessioni, storicamente accertate, presenti tra l'architettura della Napoli borbonica e antichi ordini esoterici, in particolare l'Ordine Osirideo Egizio. Ad aiutarla nelle ricerche è il suo amico Davide (Yuri Napoli), appassionato di storia e di esoterismo. La loro ricerca prende una piega singolare dopo il casuale ritrovamento nella villa dell'alchimista Giustiniano Lebano a Torre Annunziata di un medaglione con alcuni strani simboli incisi. La ricerca li porterà a scoprire i luoghi dell'esoterismo campano fino a condurre l'indagine verso lo splendido Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino (e commissionato dal Principe di San Severo, noto esoterista), la cui straordinaria fattura ha esaltato generazioni di artisti. La ricerca dei due protagonisti, tra sotterranei ed enigmi da svelare, risulta davvero coinvolgente: De Falco sembra prendere a piene mani dalla cinematografia più o meno recente - dalle avventure di Indiana Jones a Dan Brown - senza mai perdere il filo logico e sfruttando appieno la storia di Napoli e dintorni per creare una trama realistica e avvincente, girando in luoghi meravigliosi e ricchi di fascino e suggestione. Ad aiutarlo ulteriormente è la buonissima prova dell'intero cast, convinto e convincente, le cui interpretazioni risultano prive di quelle sbavature che spesso possono fare la differenza - in negativo - in pellicole del genere. A limitare il risultato complessivo è un finale che stona con l'atmosfera di fitto mistero del film: una chiusura meno pretenziosa e più enigmatica avrebbe maggiormente giovato al lavoro.