Jimmy Bobo (Sylvester Stallone) è un sicario di New Orleans che, dopo la morte del partner Louis (John Seda) per mano dell’ex soldato Keegan (Jason Momoa), decide di vendicarlo. Taylor Kwon (Sung Kang) è un detective di Washington in cerca dell’omicida del suo partner di lavoro e volto allo smascheramento della corruzione nella polizia di New Orleans. Per una serie di eventi, Bobo e Kwon stringono un’alleanza che li porterà a scoprire un sistema sotterraneo di corruzione e perversione. Bullet to the head segna il ritorno alla regia di Walter Hill dopo una pausa di dieci anni, se non si tiene conto dell’avventura televisiva di Broken Trail. Basandosi sulla sceneggiatura di Alessandro Camon, a sua volta ispirata alla graphic novel Du plomb dans la tête di Matz e Colin Wilson, Hill dirige un film che si riempie di detonazioni, dove proiettili e risse virili vanno di pari passo in una costruzione diegetica che risponde diligentemente ai canoni del genere action. Nonostante l’impianto drammaturgico non si preoccupi di presentare allo spettatore una storia originale, Bullet to the head ha comunque il merito di mettere in scena un racconto dal ritmo serrato e con dialoghi al vetriolo, dove scorrettezza e ironia vanno a braccetto. Al centro del film Hill pone due personaggi agli antipodi, un sicario e un poliziotto, e si diverte a vedere come due persone tanto dissimili possano trovare il modo per cooperare. Bobo e Kwon rispondono a regole diverse: il primo sembra prendersi gioco delle leggi che l’altro è tenuto a far rispettare; in maniera proporzionale Kwon si muove sgraziato in un mondo che risponde ai dogmi della strada. Eppure, in qualche modo, i due protagonisti trovano un punto di unione, rimandando le decisioni più importanti su etica e legge ad un momento sempre successivo, che rischia in realtà di non arrivare mai. Dopo l’esperienza de I Mercenari, l’attore di Rocky continua a battere la strada che l’ha reso famoso in tutto il mondo - quella dell’action - dimostrando così al grande pubblico come a sessantasei anni suonati sia possibile interpretare il killer dal cuore gentile che picchia e spara con credibilità. Stallone risponde alla chiamata di Walter Hill con un fisico asciutto e un cinismo quasi comico, che trova i momenti di massima riuscita nei duetti con Sung Kang. Entrambi si trovano trascinati in un mondo di sparatorie e scazzottate testosteroniche che non accusa cali di ritmo, contornati da un cast convincente che include Christian Slater, Sarah Shahi e il villain del film: non il manipolatore interpretato da Adewale Akinnuoye–Agbaje ma l’ex soldato Keegan, che uccide per un perverso senso di lealtà e non per denaro. Jason Momoa, noto al grande pubblico per aver interpretato il personaggio di Khal Drogo nella serie HBO Game of Thrones e Conan al cinema, regala a Bullet to the head un antagonista affascinante che, con la sua fisicità statuaria, sembra avere tutti i requisiti necessari per raccogliere l'eredità di Stallone.