Bryan Taylor (Jake Gyllenhall) e Mike Zavala (Michael Peña) sono due poliziotti che pattugliano le strade violente di Los Angeles. Tra sparatorie, gang criminali e delinquenti sempre pronti alla guerra, i due cercano di arrivare alla fine del turno, a quel EOW (acronimo per end of watch che i poliziotti scrivono sul registro a fine turno) che significa un altro giorno portato a casa, senza ferite gravi. Ma Bryan e Mike sono anche amici, intimi dai tempi dell'Accademia di Polizia dove si sono diplomati, e sotto le luci della sirena della volante, mentre aspettano la prossima chiamata, si confessano l'uno all'altro, parlando delle proprie compagne e di quelle vite private che permettono loro di rimanere ancorati alla realtà e lontani dalla pazzia. Al suo terzo lungometraggio - dopo Harsh Times - I giorni dell'odio (2005) e La notte non aspetta (2008), il regista David Ayer torna a parlare dei protettori dell'ordine pubblico con un film che vuole cancellare dalla mente dello spettatore le immagini stereotipate di un corpo di polizia derivate da trasposizioni cinematografiche poco attinenti alla realtà . Ecco perché End Of Watch si distingue dalla maggior parte delle pellicole action che pongono al proprio centro gli uomini in divisa. Ayer, cresciuto tra le strade di South Central a Los Angeles è stato egli stesso testimone degli atti compiuti da violente bande criminali. Testimone privilegiato della devastazione del mondo che lo circondava, il regista ha colto l'occasione per raccontare, grazie all'occhio della macchina da presa, quella che è realmente la routine della polizia. Stanco dei ritratti che li descrivevano o come agenti corrotti o come die hard, Ayer decide di mettere in scena due personaggi profondamente umani, che alle rocambolesche azioni al cardiopalma alternano momenti di attesa sfiancante, colma della paura di ritrovarsi, prima o poi, in un caso dal quale sarà difficile tornare. Pur non rinunciando alla violenza, che sembra essere una dimensione fondamentale nella filmografia di Ayer, End of Watch basa le sue migliori qualità sull'interazione tra i due protagonisti che, prima di essere tutori della legge, sono in realtà protettori l'uno dell'altro. Due colleghi, certo, ma anche amici che si raccontano, parlano della vita privata, delle ambizioni spesso svanite e di tutto quello che confluisce nella costruzione della loro personalità . Tutto ciò viene reso possibile dalle buone doti istrioniche offerte dagli attori: Jake Gyllenhall e Michael Peña duettano con un sincronismo che rasenta la perfezione, in una immersione nel racconto accentuata anche dalla scelta di seguire i due agenti con una camera a mano. Lo spettatore, così, è costretto a provare la tensione e la paura degli agenti, a parteggiare per questi due tutori della legalità così lontani dallo stereotipo offerto da Hollywood. Non sono eroi, né delinquenti con la divisa: sono amici, quasi fratelli, che si fanno forza con redbull e lunghi dialoghi mai noiosi né ostentativi. Nonostante un finale che sembra voler strafare e che in qualche modo stona con l'universo diegetico dispiegato fino a quel momento, End Of Watch - Tolleranza Zero è un buon action che presenta una componente umana così ben sviluppata da non poter rimanere inosservato.