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The Gang of the Jotas

03/12/2012 12:00

Erika Pomella

Recensione Film,

The Gang of the Jotas

Non si può certo dire che Marjane Satrapi ami ristagnare in situazioni drammaturgiche già viste o raccontate...

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Non si può certo dire che Marjane Satrapi ami ristagnare in situazioni drammaturgiche già viste o raccontate. Dopo l'esordio folgorante con l'impegnato film d'animazione Persepolis e i toni malinconici e fiabeschi di Pollo alle Prugne, la regista e sceneggiatrice arriva alla settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma con La bande des Jotas, un film visivamente schizofrenico, un mélange di generi e atmosfere, che purtroppo non riesce a convincere del tutto.


Nel sud della Spagna, una donna avvolta in abiti scuri (Marjane Satrapi) scopre che la sua valigia è stata accidentalmente scambiata. Dopo aver rintracciato il proprio bagaglio, fa amicizia con i due uomini che gliela riconsegnano, Nils (Mattias Ripa) e Didier (Stéphane Roche), due tennisti in viaggio per la Spagna per poter partecipare ad un torneo di badminton. Con le sue chiacchiere e il suo fare sicuro, la donna convince i nuovi amici ad aiutarla nella sua personale vendetta contro la Bande des Jotas, un gruppo mafioso in cui ogni componente ha un nome che inizia per J, e responsabile della morte della sorella. Inizia così per i tre un viaggio on the road attraverso la Spagna.


Pur nei toni esageratamente surreali che ne hanno sancito il successo e lo stile personale, La Bande des Jotas è di sicuro la pellicola meno riuscita della Satrapi. Quello che già appariva poco convincente nel precedente lungometraggio, in questo film appare fuori luogo. La miscela dei vari generi - si passa, senza continuità, dal western al dramma, per adagiarsi su toni da commedia tutt'altro che brillante - invece di confluire nella costruzione di un racconto scoppiettante e irresistibile finisce col porre l'accento sulle molte lacune che la sceneggiatura non si preoccupa di celare. Passato il momento iniziale, in cui i tre protagonisti fanno conoscenza, e in cui la verve della Satrapi trova una valvola di sfogo in monologhi non-sense, la pellicola è una discesa tutt'altro che dignitosa in un racconto arido, incapace di essere esaustivo o di presentare personaggi accattivanti. Se, tutto sommato, Nils e Didier riescono a salvarsi dall'implacabile insofferenza dello spettatore, il personaggio interpretato dalla Satrapi finisce col diventarne la principale causa. Pur con la bella cornice delle strade spagnole che si tuffano in tramonti dai contorni cobalto e la meravigliosa colonna sonora - di certo l'aspetto più riuscito della pellicola - La Bande des Jotas non riesce a risollevarsi dalla sua natura mediocre e spesso fin troppo ampollosa, priva dell'anelito stesso della commedia, se non in pochi e sporadici momenti.


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