Dopo essersi cimentato nell’animazione spaziale di Fly to the moon e aver raggiunto il successo internazionale con Le avventure di Sammy, Ben Stassen torna dietro la macchina da presa per realizzare il suo diciassettesimo lungometraggio animato. Le tartarughe marine Sammy e Ray, divenuti ormai nonni premurosi e responsabili, stanno insegnando ai loro nipotini ad affrontare i pericoli del mare. All’improvviso, però, un gruppo di bracconieri li cattura e li vende a un ricco imprenditore di Dubai che gestisce un esotico show acquatico per turisti. Lì, i due incontrano il temibile boss Big D, un cavalluccio marino che organizza da anni pericolosi e fallimentari piani di fuga dall’acquario. Dopo svariati, inutili tentativi, i piccoli Ricky ed Ella, aiutati dalla piovra Isabel, riusciranno a salvare i loro nonni e tutti i pesci rinchiusi nello sfavillante acquario sottomarino. Pesci eccentrici e stravaganti, crostacei dominati da personalità multiple e cavallucci marini affetti da una spropositata sindrome superomistica popolano l’acquario sottomarino più luminescente del pianeta. Sammy e Ray, abituati a nuotare liberamente nell’oceano e a riposarsi su tranquille spiagge tropicali in compagnia delle loro famiglie, rimangono sbigottiti davanti alla rassegnazione degli abitanti del posto. Una vera e propria prigione dorata dotata di zone Vip, tunnel sotterranei popolati da granchi e persino una zona regale composta da un antico castello residenziale. La poliedrica fauna marina, realizzata con una modellazione grafica basilare e convenzionale, è priva sia di texture accurate e rifinite che di un’animazione studiata e approfondita. Stassen, riproponendo la ricetta del primo capitolo, sposta l’attenzione dello spettatore dalla storia dei protagonisti al contrasto netto tra mondo animale e mondo umano, visti rispettivamente come vittima e carnefice. Sin dalle prime scene, la vicenda di Sammy 2 ricalca semplicisticamente quella de Alla ricerca di Nemo finendo, ben presto, per privare la storia di qualsiasi slancio di pathos. Alternando le musiche originali di Ramin Djawadi (Scontro tra titani), a brani più commerciali e popolari, il regista belga cerca di conquistare il favore del pubblico facendolo sentire parte integrante dell’universo colorato e variegato dei suoi protagonisti. Sammy 2: La grande fuga, però, risulta soltanto una pellicola di puro intrattenimento rivolto a quei bambini che sanno accontentarsi di prodotti non necessariamente originali.