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The Doors Live At The Bowl '68

22/02/2013 12:00

Gabriele di Grazia

Recensione Film,

The Doors Live At The Bowl '68

Il 27 febbraio, soltanto per un giorno, la Microcinema distribuirà in 300 sale il concerto The Doors Live At The Bowl ’68, per la prima volta sul grande schermo

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Il 27 febbraio, soltanto per un giorno, la Microcinema distribuirà in 300 sale il concerto The Doors Live At The Bowl ’68, per la prima volta sul grande schermo ed in versione integrale per gli amanti storici della band e per la curiosità del pubblico più giovane che non ha vissuto quell’epoca cosi florida per la musica mondiale.


Il tastierista Ray Manzarek, il chitarrista Robby Krieger ed il batterista John Densmore, i membri superstiti della band, naturalmente con addosso il peso degli anni trascorsi ma ancora con gli occhi fiammeggianti di passione, aprono il film con un’intervista di qualche minuto in cui raccontano curiosi aneddoti su quel 5 luglio 1968 rimasto nella storia: la cena con i Rolling Stones poco prima dell’evento, l’incontro con i gruppi spalla, i Chambers Brothers e gli Steppenwolf, e poi le allucinazioni di Jim Morrison sotto l’effetto degli acidi sul palco, le incredibili richieste dei membri della band all’organizzazione di usare tutti gli amplificatori, una cinquantina in tutto, per farsi sentire in ogni angolo della città. Una richiesta che, naturalmente, non poté essere accontentata.


Attraverso un suono rimasterizzato e migliorato - con audio surround 5.1 - dallo stesso Bruce Botonick, il fonico che si occupò della registrazione su otto piste a bobina dell’epoca, il pubblico viene trasportato indietro di quasi cinquant’anni e si ritrova senza accorgersene a tamburellare il ritmo di brani immortali quali Hello, i love you o Light my fire, provando sulla propria pelle l’esperienza indimenticabile di un concerto dei Doors come se si trovasse a pochi metri dal palco. Jim Morrison e la sua voce inimitabile avanzano sensuali sul palco mentre le allucinazioni si impossessano della sua mente, rutta al microfono, sorride al pubblico entusiasta, non si cura della forma dei suoi balli scatenati che lo fanno ondeggiare in modo instabile tra una sigaretta e l’ennesimo bicchiere d'alcol. Passeggia sulle note come una divinità che sa di appartenere ad un altro mondo. Primi piani sui musicisti, su cui spicca un abile Ray Manzarek sempre chino sui tasti, effetti di distorsione dell’immagine e un'attenzione spasmodica per il dettaglio sono ciò che fa di The Doors Live At The Bowl ’68 un evento imperdibile per qualunque amante della musica. Una performance straordinariamente psichedelica, che da When the music’s over a The end vi regalerà il brivido indimenticabile di un rock lisergico e maledetto.


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