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La fredda luce del giorno

09/03/2013 11:00

Vito Sugameli

Recensione Film,

La fredda luce del giorno

Forte del passaparola positivo di cui si è reso protagonista JCVD – Nessuna Giustizia, progetto metacinematografico che ha riportato in auge la star del cinema

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Forte del passaparola positivo di cui si è reso protagonista JCVD – Nessuna Giustizia, progetto metacinematografico che ha riportato in auge la star del cinema marziale Jean-Claude Van Damme, il francese Mabrouk El Mechri torna a dire la sua con La fredda luce del giorno. Sedotto dalla avanche di Hollywood e onorato della presenza nel cast di Sigourney Weaver, Bruce Willis e Henry Cavill (terzo Superman cinematografico), firma la sua prima regia oltreoceano di un action-thriller che punta ad affascinare soprattutto per le location.


Will (Henry Cavill), giovane affarista preoccupato per la propria azienda prossima al collasso, raggiunge i genitori in Spagna per staccare la spina dalle preoccupazioni professionali. Quando raggiunge lo yacht in cui risiedono, si rende conto che il padre (Bruce Willis) non è l'uomo che credeva essere, e come se ciò non bastasse, l'intera famiglia viene rapita da un gruppo di terroristi, interessati ad una misteriosa valigetta. Ma il contatto che potrebbe aiutarli nel recuperarla (Sigourney Weaver) si rivelerà tutt'altro che affidabile. In preda al panico e con una pistola tra le mani, Will dovrà procedere a ritroso per sciogliere il nodo della matassa e raggiungere i suoi affetti più cari nel luogo in cui sono stati reclusi.


La fredda luce del giorno non vuole parodiare il genere di appartenenza pur cadendo continuamente nelle trappole della logica. La sceneggiatura scritta a quattro mani da Scott Wiper e John Petro è un raccoglitore di cliché, dai dialoghi inverosimili e inconsistenti, che costituiscono una sterile variazione sul tema della vendetta, incoraggiata in passato dal fortunato Io vi troverò - qui il padre lascia che sia il figlio a vendicare il rapimento della famiglia ad opera di terroristi anonimi. La repentina transformazione di un giovane consulente finanziario che si scopre abile agente segreto poteva funzionare negli anni ottanta; siamo fuori tempo massimo anche per i forzati colpi di scena che rimescolano le carte in tavola e non portano a soluzioni audaci o concretamente stimolanti. La scelta di El Mechri dietro la macchina da presa non si rivela però del tutto errata: appurato che sulla costruzione delle sparatorie deve ancora perfezionarsi, le sue soluzioni di regia, le inquadrature ricercate e lo sguardo tipicamente europeo provano almeno a proporre qualcosa di nuovo in un sentiero battuto da incoerenti ribaltamenti di prospettiva, intrighi di dubbia attrattiva e fiacche interpretazioni attoriali. Neppure il MacGuffin della valigetta - alla maniera di Pulp Fiction - incoraggia deviazioni originali, diviene semmai un accademico pretesto per favorire la pioggia di proiettili e orchestrare slalom millimetrici tra le contenute strade spagnole. La fredda luce del giorno è una pellicola anacronistica approdata nel decennio sbagliato; pop corn movie di poche pretese che si collega al filone francese degli action movie frenetici, narrativamente deboli, che vedono in Luc Besson un autorevole punto di riferimento.


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