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Ci vediamo domani

01/05/2013 11:00

Erika Pomella

Recensione Film,

Ci vediamo domani

Marcello Santilli (Enrico Brignano) sogna di diventare chef del rinomato Gambero Rosso, grazie ad un ristorante che però stenta a vedere la luce...

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Marcello Santilli (Enrico Brignano) sogna di diventare chef del rinomato Gambero Rosso, grazie ad un ristorante che però stenta a vedere la luce. Con un cassetto pieno di sogni, la banca che lo pressa per riavere il denaro andato perso nel ristorante fallimentare Cacio e Cheope, un matrimonio ad un passo dal naufragio e una figlia che non gli parla, Marcello riceve l'illuminazione che potrebbe cambiargli la vita. Gettata al vento la sua vocazione di diventare campione di gratta e vinci, l'uomo decide di aprire un'agenzia di pompe funebri nel paese più vecchio d'Italia, Pietrafrisca, in Puglia, caratterizzato dalla popolazione più anziana su suolo nazionale. Ma il suo piano si scontrerà con la placida intenzione degli abitanti di Pietrafrisca di rimanere in vita.


La nuova pellicola del regista Andrea Zaccariello è in qualche modo un film sorprendente: pur presentandosi come l'ennesimo esempio di commedia nostrana, il film in realtà offre allo spettatore molteplici punti di vista che permettono una ricezione non solo più variegata, ma anche più soddisfacente. Ci vediamo domani inizia con il ritratto di un'Italia devastata da lotte interne, dove la lealtà ha lasciato il posto all'acerrima lotta individuale ed egoistica per sopravvivere alla crisi: una prima parte banale e debole, pieno di personaggi eccentrici e stereotipati, incapaci di uscire da un canovaccio già visto, e con un Brignano che pesca a piene mani dal proprio bagaglio di show-man, con tanto di richiami al mondo egiziano, uno dei suoi cavalli di battaglia. Poi, però, il film subisce una svolta inaspettata e sullo sfondo di Pietrafrisca emergono sentimenti profondamente umani, come la malinconia, e l'accettazione della propria sorte. Mosso dalle proprie ambizioni egoistiche, il personaggio di Marcello dovrà vedersela con un paese che gli insegnerà invece il sapore dolceamaro della vita. Al posto del caos che governa le città, al ritmo forsennato di esistenze sempre in movimento, Zaccariello contrappone un paesino sospeso tra passato e presente, fulgido nel silenzio che lo ammanta e che si lega alla fiaba grazie ai personaggi che lo popolano.


Saggio leggero e imperfetto sull'importanza della dignità, Ci vediamo domani racconta il tentativo di ricostruire se stessi attraverso l'incontro/scontro con una realtà distante anni luce dalla quotidianità. Lo spettatore si lascia irretire dalla gente comune che cammina con rassegnazione lungo gli ultimi passi della propria esistenza, vivendo ogni giorno come se fosse l'ultimo senza rinunciare alla propria dignità, al desiderio di rimanere se stessi, e senza scivolare dietro il velo di una perbenistica compassione. In questo quadro malinconicamente dorato Enrico Brignano trova il modo di uscire dalle caricature che negli anni gli sono stati attaccati addosso a favore di un personaggio che tra occhi lucidi e bare cinesi strizza l'occhio alla tradizione della black comedy.


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