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L'Impostore - The Imposter

30/05/2013 11:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

L'Impostore - The Imposter

Bourdin, l'uomo che ha ingannato l'America

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Nel 1994, a Sant'Antonio, Texas, il tredicenne Nicholas Barkley scompare misteriosamente senza lasciare tracce. Tre anni dopo i familiari ricevono una chiamata che li avvisa che Nicholas è stato ritrovato in un piccolo paesino spagnolo. Ai genitori e fratelli non sembra vero poter riabbracciare il proprio caro, e la loro gioia è tale che non paiono accorgersi delle molte differenze che colui che sostiene di essere Nicholas ha col ragazzino effettivamente scomparso, a cominciare da un accento tutto particolare. I centri sociali e un tenace investigatore cercano di vederci chiaro.


La storia di Frederic Bourdin in Italia non ha goduto di molto risalto, ma negli States ha avuto una risonanza incredibile. Bourdin è infatti stato battezzato "il camaleonte", l'uomo che ha ingannato l'America e non solo; diventato a suo modo una celebrità. Il regista Bart Layton, al suo esordio sul grande schermo dopo diverse produzioni televisive, ha deciso di raccontare quest'incredibile vicenda con un docu-drama che ha incantato la critica di mezzo mondo, conquistando prestigiosi premi tra i quali i Bafta, gli Oscar inglesi.


Una storia che spaventa - proprio perché reale e non opera di qualche ispirato sceneggiatore - che Layton sceglie saggiamente di raccontare, attraverso un alternato ibrido di interviste e scene di fiction ad hoc per mostrare l'evolversi dei fatti. Uno sguardo neutro il suo, di chi non giudica e non vuole giudicare, che ci offre la possibilità di conoscere una personalità malata, ma a suo modo affascinante e geniale come quella di Bourdin, che già prima di calarsi nei panni di Nicholas aveva seguito lo stesso modus operandi in diverse nazioni europee, mettendo in scacco addirittura Scotland Yard. Il film pone inoltre anche dei dubbi sulle sorti del vero Nicholas, e su molte omissioni e strani comportamenti della famiglia del ragazzo, pronti ad accettare sin da subito che Frederic fosse il loro caro scomparso nonostante delle differenze alquanto marcate anche ad occhio nudo. La tensione, nonostante il ritmo apparentemente placido, è garantita da un ottimo montaggio, che mostra le diverse versioni dei personaggi di questo incredibile episodio e intesse riprese di finzione con una particolare attenzione alla coerenza narrativa della pellicola. La curiosità si fa ben presto strada, arrivando alla mezz'ora finale in cui la ricerca della verità diventa spasmodica, rendendo anche il ritmo stesso dell'operazione incalzante e avvincente. The Imposter, grazie alla sua suggestione, che non avrebbe sfigurato in un classico thriller di qualità, qui amplificata da quanto accaduto realmente, si rivela quindi una visione appagante che dimostra come anche il cinema documentaristico possa rivelarsi carico di suspence e toccare i confini della sospensione d'incredulità.


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