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Into Darkness - Star Trek

08/06/2013 10:00

Marco Etnasi

Recensione Film, star trek,

Into Darkness - Star Trek

È sufficiente dire Enterprise, Kirk e Spock per evocare uno di quei marchi che vendono tanto e facilmente come solo le grandi firme sedimentate nella cultura gl

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È sufficiente dire Enterprise, Kirk e Spock per evocare uno di quei marchi che vendono tanto e facilmente come solo le grandi firme sedimentate nella cultura globale possono fare. Ma 11 film a soggetto, 6 serie tv, fumetti, gadget di ogni tipo, fan radicati nel tempo e sparsi in tutti i continenti, sono veramente d’aiuto alle nuove produzioni della saga intergalattica? La risposta, al contrario di quanto un economista sia portato a pensare, non è così scontata. Per lo stesso motivo per cui un collezionista d’auto d’epoca non vorrebbe mai nel suo garage da esposizione una utilitaria. Star Trek si è con gli anni trasformato in un culto, una mania per milioni di fan che seguono le avventure dell’equipaggio dell’USS Enterprise con assoluta devozione e che proprio per questo scoraggiano chiunque voglia approcciarsi ad una nuova edizione del pluriennale masterpiece fantascientifico. A ridare tenore alla produzione interstellare è stato infine J.J. Abrams, che adesso, dopo lo splendido exploit datato 2009, torna a dirigere i viaggi cosmici di uno degli equipaggi più famosi al mondo.


Il Capitano Kirk (Chris Pine), spogliato dei gradi di comandante dell’Enterprise dopo un incidente diplomatico causato da Spock (Zachary Quinto) sul pianeta di Nibiru, riesce a farsi assegnare come primo ufficiale al seguito dell’Ammiraglio Christopher Pike (Bruce Greenwood), ma una serie di attacchi terroristici causerà la prematura morte di quest'ultimo, amico e mentore di Kirk. Assetato di vendetta e voglioso di giustizia il Capitano rimette insieme il suo equipaggio richiamando sulla plancia della nave Spock, Bones (Karl Urban), Uhura (Zoe Saldana), Scotty (Simon Pegg), Sulu (John Cho) e Chekov (Anton Yelchin) per partire alla volta del pianeta Kronos alla ricerca del misterioso terrorista intergalattico John Harrison (Benedict Cumberbatch).


A rendere ancora più vivida e vivace una trama ad alto tasso d’azione è la nuova tecnologia IMAX che insieme ad un eccellente motore grafico 3D immerge lo spettatore nella pellicola, offrendo al contempo una risoluzione di altissimo livello e di grande coinvolgimento. L’abilità di J.J. Abrams e del suo team, però, sta proprio nel non lasciare il predominio visivo agli effetti speciali ed alla computer grafica, lasciando a Chambliss, scenografo, ed a Mindel, direttore della fotografia, l’arduo compito di provare a tappare quei buchi che anche la migliore tecnologia non riesce a colmare. Abrams e la sua squadra, sono molto attenti a non lasciare niente al caso, mescolando sapientemente più epoche cinematografiche per allargare al massimo la platea di destinazione. La colonna sonora, ad esempio, è un’articolata e ben congegnata unione tra storici ed epici frammenti dei brani originali di Star Trek e nuove produzioni musicali studiate sia per modernizzare senza snaturalizzare, che per accompagnare nel migliore dei modi la trama. Per la sceneggiatura, composta dall’ormai storico trio Orci-Kurtzman-Lindelof, che accompagna il regista di Lost in tutte le sue produzioni, il discorso è lo stesso e l’alternanza tra riferimenti alle origini della saga e nuove storie rende la narrazione molto ricca e approfondita: il personaggio di Spock, grazie all'ottima interpretazione di Zachary Quinto, si ritaglia in questa nuova serie un ruolo del tutto particolare, staccandosi per certi aspetti dallo storico primo ufficiale interpretato da Leonard Nimoy ma riuscendo comunque a far affezionare i fan più integralisti. Se il primo capitolo della riedizione di Star Trek aveva convinto per la rivitalizzazione di un prodotto che per abusati consumi aveva scoraggiato ogni tentativo di nuove edizioni, con questa seconda fatica Abrams supera le aspettative e pone seriamente le basi per una nuova avvincente serie segnando sul calendario il 2009 come anno zero.


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