La giovane India riceve, nel giorno del suo diciottesimo compleanno, la notizia della morte del padre, avvenuta in circostanze poco chiare. Al ricevimento per il funerale conosce lo zio Charlie, ritornato in patria dopo anni di viaggi in Europa. L'uomo affascina sin da subito sia India, sia sua madre Evelyn, che sembra dimenticare ben presto la vedovanza per cadere tra le braccia del nuovo arrivato. La ragazza intuisce che Charlie nasconde un segreto, e il rapporto morboso che legherà la nuova "famiglia allargata" metterà a rischio non solo la sua vita ma anche quella delle persone che cercano di aiutarla. Dopo il connazionale Kim Ji-Woon, che aveva esordito ad Hollywood solo poche settimane prima con The Last Stand, film che segnava il ritorno da protagonista di Schwarzenegger, anche Park Chan-wook vede finalmente uscire la sua prima opera realizzata oltreoceano e prodotta per l'occasione dalla compagnia dei fratelli Scott. Un autore che con La Trilogia della Vendetta aveva influenzato un gran numero di registi e cinefili di ogni parte del globo, si cimenta così con un'operazione rischiosa ma supportata da budget e cast di prim'ordine, che vede nei panni dei tre protagonisti la rediviva Nicole Kidman, il britannico Matthew Goode e la giovane Mia Wasikowska. Morboso e intenso, Stoker è la perfetta esportazione in terra americana dei temi tanto cari al maestro coreano. La vendetta, la fascinazione per il sangue e la violenza vengono qui narrati dal punto di vista di una ragazza che, appena maggiorenne, si trova a fare i conti dapprima con il dolore del lutto e in seguito con i torbidi segreti che conducono ad una lenta ma inesorabile maturazione. Pulsante e ricco di una tensione costante, sia sessuale che emotiva, Stoker raggiunge il culmine nelle sequenze più brutali, realizzate con un perfetto uso di inquadrature à la Hithcock, e attraverso interpretazioni difficili e intense. Park riesce ad ottenere il meglio dai suoi protagonisti, da Nicole Kidman che lavora abilmente di sottrazione, a Mia Wasikowska nella sua trasformazione da preda a cacciatrice. Mentre sesso, violenza e morte dell'insano menage à trois - in cui l'ospite inatteso diventa il centro delle attenzioni delle due donne di casa - trovano il loro senso d'essere in un segreto nascosto nel passato, destinato a venire a galla in un vortice inarrestabile condotto fino all'esplosione pulsionale del finale. Ricco di scene simboliche, dalla scoperta di un cadavere nel congelatore, all'uso della cintura come mezzo di estrema punizione, sino ai flashback che riportano India ai tempi in cui cacciava animali con il padre scomparso, Stoker non poteva essere esordio migliore in terra hollywoodiana per Park Chan-Wook, che non ha ceduto alle sirene mainstream, conservando invece i punti cardine del suo cinema.