Una malattia improvvisa, devastante, letale che si impossessa del corpo di una ragazza e lo domina, cellula dopo cellula. Giacomo Campiotti, regista di Mai più come prima, torna in cabina di regia per realizzare una pellicola intensa e drammatica che, ispirandosi all'omonimo bestseller di Alessandro D'Avenia, racconta, attraverso gli occhi di un adolescente, la difficile accettazione della morte di una persona cara. Leonardo (Filippo Scicchitano) è un ragazzo timido e introverso che è innamorato di Beatrice (Gaia Weiss) sin dal primo anno del liceo ma non riesce a confessarle il suo amore. Quando scopre che la ragazza soffre di una forma avanzata di leucemia, Leo decide di passare più tempo possibile con lei cercando di farla sorridere e di renderle le giornate meno pesanti. Colori primari, forti, capaci di riflettere i sentimenti e i moti dell'anima di ogni adolescente meglio delle parole. L'eterna lotta tra amore e morte, passione e disperazione, fede e speranza, viene espressa con un montaggio frastagliato, una fotografia contrastata e vertiginosi movimenti di macchina che rincorrono sogni che stanno per volare via. La spensieratezza adolescenziale lascia presto il posto alla cruda consapevolezza di una realtà che non guarda in faccia a nessuno e colpisce tutti, vecchi e giovani, indifferentemente dalla voglia che hanno di vivere. L'insegnante di italiano - un bravo Luca Argentero - aiuta Leo a trasformare la rabbia, che cova dentro e che lo lacera nel profondo, nella forza necessaria a sopravvivere per superare il dolore della perdita. In questo modo, lacrime e sorrisi coesistono in ogni fotogramma della pellicola, mantenendo perfettamente in equilibrio le note melodrammatiche e quelle comiche. Bianca come il latte, rossa come il sangue si rivela un buon prodotto di genere capace di coniugare la drammaticità della morte con la spensieratezza dei teenager che sperano, ancora, in un mondo migliore.