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Blood

26/06/2013 10:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

Blood

Le colpe dei genitori ricadono sui figli, il sangue versato torna a chiedere vendetta e i sensi di colpa diventano un tormento infernale che non può essere leni

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Le colpe dei genitori ricadono sui figli, il sangue versato torna a chiedere vendetta e i sensi di colpa diventano un tormento infernale che non può essere lenito in alcun modo. Nick Murphy, regista di The Awakening, gira il suo secondo lungometraggio prendendo come spunto alcuni episodi della serie tv Conviction, dando vita a una storia forte e a tinte nerissime. Sull'isola di Hilbre, tra Galles e Inghilterra, due fratelli poliziotti, Joe e Chrissie Fairburn (Paul Bettany e Stephen Graham), indagano sul brutale omicidio di una ragazzina: tutti i sospetti portano a Jason Buliegh (Ben Crompton), già condannato in passato per molestie e più volte visto insieme alla vittima. Quando Jason viene scarcerato per mancanza di prove, Joe e Chrissie, in preda ai fumi dell'alcool, lo portano in un luogo isolato per farlo confessare ma finiscono per ucciderlo, nascondendone subito dopo il cadavere. Quando verrà alla luce l'innocenza di Jason i rimorsi per i due diventeranno insostenibili e il loro collega Robert Seymour (Mark Strong) li metterà nel mirino.


La famiglia Fairburn è l'anima oscura della cittadina: anche il padre di Joe e Chrissie, Lenny (Brian Cox), ormai vecchio e arteriosclerotico, era un poliziotto e i violenti metodi con i quali estorceva confessioni erano leggendari. I suoi figli sono vittime del suo stesso cono d'ombra, di una legge che tende troppo spesso a valicare i confini da lei stessa delimitati. Joe ha lo spirito duro del padre, Chrissie è più docile e mite ma succube del fratello: il primo perderà di vista la famiglia nel tentativo di sfuggire alle sue colpe, il secondo vedrà crollare la storia d'amore con Jemma (Zoe Tapper).


Murphy si concentra sui tormenti di Joe che vede, come in una sorta di incubo, il defunto Jason a perpetuo ricordo del male fatto e il fratello Chrissie come la propria coscienza. Significativo come l'unico testimone del crimine commesso sia il vecchio Lenny che ormai non ricorda più nulla ma non riesce a dimenticare, seppure nella nebbia indistinta dell'alzheimer, i fatti di quella tragica nottata. Qualcuno ha paragonato Blood addirittura a Mystic River, paragone troppo scomodo e ingeneroso che non regge nel risultato finale ma descrive bene alcuni aspetti della trama e l'atmosfera della pellicola. Al film di Clint Eastwood lo accomunano sicuramente i toni tragici e la vicenda (l'omicidio per vendetta, la vittima innocente e incapace di difendersi) ma manca quella stessa potenza da epopea tragica. Positiva la prova del cast, su tutti Bettany e Cox, mentre delude il troppo vacuo e inconsistente Strong. Molto efficace la messa in scena con le isole perennemente battute dal vento e dalla pioggia, trasfigurate dai colori gelidi grigi che le impongono come un luogo selvaggio e brutale dove la forza della ragione e l'umanità non sono in grado di penetrare. Un thriller scarno e duro che punta sulla pesantezza dell'atmosfera, sulla disumanità dei personaggi e sui loro percorsi interiori piuttosto che sull'intreccio.


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