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The Lost Dinosaurs

27/06/2013 11:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

The Lost Dinosaurs

A un anno di distanza dalla sua uscita nel Regno Unito arriva anche in Italia l'irlandese The Dinosaur Project, a cui è stato inspiegabilmente cambiato il titol

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A un anno di distanza dalla sua uscita nel Regno Unito arriva anche in Italia l'irlandese The Dinosaur Project, a cui è stato inspiegabilmente cambiato il titolo in The Lost Dinosaurs. Il regista Sid Bennett, che aveva già avuto a che fare con l'argomento nel 2006 girando la serie-documentario Prehistoric Park, sceglie per questo lungometraggio la strada del found footage, il finto video ritrovato, che da The Blair Witch Project in poi ha infestato le produzioni horror ma che non si era mai visto in un film per famiglie.


Due pescatori congolesi ritrovano in un fiume uno zaino contenente una serie di riprese video che narrano le vicende di una troupe di criptozoologi guidata da Jonathan Marchant (Richard Dillane) e arrivata nel Congo alla ricerca di Mokele Mbembe, il mostro di Loch Ness africano, un enorme dinosauro rimasto in vita nella giungla del continente nero. Alla spedizione partecipano anche il braccio destro di Jonathan, Charlie (Peter Brooke), gli operatori Pete (Andrè Weideman) e Dave (Stephen Jennings), la ricercatrice Liz (Natasha Loring) e la guida Amara (Abena Ayivor). Di nascosto si unisce al gruppo anche il quindicenne Luke (Matt Kane), figlio di Jonathan e legato al padre da un rapporto tempestoso e difficile. Il loro elicottero precipiterà nella foresta e il gruppo si ritroverà in una sconfinata giungla dominata da creature preistoriche.


Bennett punta sul rapporto padre-figlio del recente Sanctum 3D, con il padre di ghiaccio e il figlio alla disperata ricerca di attenzione; ottimi gli effetti speciali che, nonostante il budget non di primo piano, regalano un'ottima caratterizzazione e verosimiglianza ai (pochi) dinosauri incontrati dal gruppo. In particolare funzionano egregiamente gli orribili uccelli-vampiro e il simpatico Crypto con cui farà amicizia Luke. Il ritmo è sostenuto anche grazie alla brevità della pellicola (meno di un'ora e mezza), l'azione non conosce sosta e sicuramente il divertimento non manca, soprattutto per i più piccoli. I limiti, pesanti, sono due: una recitazione degna dei moai dell'isola di Pasqua e un intreccio di trovate risibili, dalla valle di mostri estinti da 65 milioni di anni in mezzo al Congo, al ragazzino di 15 anni in grado di utilizzare sofisticate telecamere e riparare telefoni satellitari come un consumato professionista, fino all'assurda trasformazione di Charlie nel cattivo di turno. Finale aperto che apre la via a un possibile seguito.


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