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You're Next

13/09/2013 11:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

You're Next

L'espressione home invasion indica un sottogenere di pellicole, nella gran parte dei casi thriller, in cui un gruppo di persone all'interno di un'abitazione vie

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L'espressione home invasion indica un sottogenere di pellicole, nella gran parte dei casi thriller, in cui un gruppo di persone all'interno di un'abitazione viene assediata da uno o più criminali. Sono tanti gli esempi nella storia del cinema, da Cane di Paglia a Distretto 13, per finire ai più recenti Scream e Funny Games. Il regista americano Adam Wingard prova a dare una sua interpretazione del topos con questo You're Next.


Aubrey (la leggendaria Barbara Crampton di Re-Animator) e Paul Davison (Rob Moran) decidono di festeggiare il loro anniversario di matrimonio invitando dopo tanti anni i figli nella loro casa in campagna. Il timido Crispian (A.J Bowen) arriva con la bella fidanzata Erin (Sharni Vinson), la petulante Aimee (Amy Seimetz) con il compagno regista Tariq (Ti West), l'odioso Drake (Joe Swanberg) con la ragazza Kelly (Margaret Laney) e il sociopatico Felix (Nicholas Tucci) con la dark-girl Zee (Wendy Glenn). Tra i figli non corre buon sangue e tornano immediatamente a galla i vecchi rancori, fino a quando un gruppo di misteriosi invasori mascherati non prova a penetrare in casa con il chiaro intento di ucciderne tutti gli occupanti.


La prima parte del film è costruita in maniera classica sfruttando il terrore dettato dalla sorpresa dell'attacco, l'identità ignota degli assalitori, e la velocità e precisione dei loro colpi, tutti portati con armi non convenzionali come balestre, machete e martelli. È Erin a prendere in mano il ruolo di leader della difesa cercando di mantenere unita la famiglia e al contempo di rispondere agli assedianti. Nella seconda parte del film lei diventa la protagonista assoluta della pellicola che si permea di umorismo nero e toni grandguignoleschi, diventando sempre più esagerata, grottesca e divertente, abbattendo molte implicazioni logiche e ribaltando la prospettiva del film con gli assalitori spesso costretti al ruolo delle prede. La regia accusa qualche battuta a vuoto, la logica fa acqua e il livello degli attori non è trascendentale, ma il film funziona, ha ritmo, è divertente e intrattiene alla perfezione lo spettatore anche grazie a una scelta particolarmente ridotta ma azzeccata delle musiche (il loop di Looking for the Magic di Dwight Twilley entra in testa subito) fino al classico colpo di scena finale rosso sangue, in cui spicca anche una citazione de L'Alba dei Morti Viventi. Un piccolo, colorato, sanguinante luna park per gli amanti del cinema di genere.


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