Se pensiamo agli action movie e alla sterminata cinematografia di genere regalataci dagli USA negli anni novanta e dovessimo nominare al volo il nome delle due icone più rappresentative di questo settore, il 99% dell'utenza avrebbe una risposta pronta e lapidaria: Sylvester Stallone e Arnold Schwarzenegger. Non c’è da stupirsi quindi che per qualsiasi fan sarebbe un sogno vederli recitare insieme da protagonisti in un film: ed è proprio quello che accade in questo Escape Plan – Fuga dall'Inferno, diretto dal regista svedese Mikael Hafstrom, una nomination all’Oscar nel 2004 per Evil, e conosciuto più recentemente per thriller-horror decisamente fortunati come 1408 e Il Rito. Ray Breslin (Sylvester Stallone) è una delle principali autorità nell’ambito della sicurezza delle strutture carcerarie e il governo lo paga per entrare sotto falso nome nelle carceri di massima sicurezza e cercare di uscirne per mettere a nudo eventuali falle nel sistema. L’ultimo lavoro offertogli è di provare ad evadere da un carcere privato e ufficialmente inesistente pagato dai governi di tutto il mondo per rinchiudere a vita, facendoli letteralmente sparire, i criminali della peggior specie. Breslin accetta di testarlo ma si rende presto conto di essere stato incastrato da qualcuno che non vuole che esca mai più. Ad aiutarlo nel suo progetto di fuga è Rottmayer (Arnold Schwarzenegger), un detenuto temuto da tutti e che sconta la pena per non aver voluto tradire il suo vecchio capo rivelando al sadico direttore della prigione, Hobbes (Jim Caviezel), informazioni preziose. L’impatto visivo della sterminata “Tomba”, come è soprannominata la prigione, è davvero impressionante e la sua ricostruzione minuziosa ed efficace con le gabbie totalmente trasparenti per permettere un controllo totale 24 ore al giorno e le guardie mascherate per non essere riconosciute. Costruita in un non-luogo, senza orologi, totalmente chiusa, senza ora d’aria né pasti a orari prefissati, la prigione comunica un fortissimo senso di straniamento che Hafstrom riesce con abilità a trasferire allo spettatore tenendolo incollato allo schermo. Complice la sceneggiatura che all’interno della sterminata prigione permette allo spettatore di focalizzare l'attenzione sui particolari e su apparenti minuzie che apriranno la strada a Ray e Rottmayer. Il carisma di Stallone e Schwarzenegger fa il resto rendendo credibile ogni passo della vicenda e aggiungendo quella fisicità nell’azione indispensabile per qualsiasi film che li veda protagonisti, con sprazzi di comicità autoreferenziale. Ottima la prova anche degli altri attori, tra cui spicca la presenza del rapper 50 Cent nell’inedito ruolo di esperto informatico al servizio di Sly. In particolare colpisce l’interpretazione di Caviezel che fa del direttore Hobbes un personaggio dall’intelligenza perversa e dall’attenzione maniacale, freddissimo, determinato e pronto a tutto pur di esaurire il suo compito. Per gli amanti del cinema di genere è la pellicola più attesa dell’anno e non tradirà le attese: la miscela Sly-Schwarzy continua a essere esplosiva anche nel 2013.