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La vita in un giorno

04/11/2013 11:00

Marco D'Amato

Recensione Film,

La vita in un giorno

Il 24 luglio 2010 è stato un giorno speciale per l’intera comunità degli internauti...

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Il 24 luglio 2010 è stato un giorno speciale per l’intera comunità degli internauti. Pochi giorni prima YouTube aveva annunciato la nascita del primo Social Movie della storia: tutti gli utenti avevano a disposizione l’intera giornata del 24 per filmare e inviare uno spezzone della propria vita quotidiana. Il materiale è stato poi selezionato dal regista Kevin MacDonald, premio Oscar per Un Giorno a Settembre, sotto l’egida dei fratelli Scott in veste di produttori e infine montato da Joe Walker. Le 4.500 ore di girato sono così state ridotte a poco più di un’ora e mezza e Life in a Day, dopo esser stato proiettato in anteprima al Sundance Film Festival 2011, approda gratuitamente su YouTube con sottotitoli in 25 lingue.


Il film prova a gettare uno sguardo sull’infinito insieme di vite e quotidianità differenti che compongono il mondo. Si parte dai piccoli gesti di ogni giorno - il risveglio, la colazione, la doccia, l’uscita per andare a lavoro - per arrivare ai grandi temi umani, dalla nascita alla morte. La bellezza della pellicola è tutta nel fatto che il materiale sia stato girato da una quantità sterminata di individui diversi ma per quanto riguarda il prodotto finale il gioco delle contrapposizioni è consequenziale e piuttosto ovvio: il riccone che va in giro in Lamborghini e la famiglia di quindici persone che vive in una baracca, la mamma che partorisce e la piccola giraffa che nasce allo zoo, la vita nella città industrializzata e quella in campagna, i riti quotidiani di cattolici, buddisti, induisti e musulmani, il coacervo di lingue, tradizioni, usi e costumi diversi che rende ogni persona un piccolo universo a sé stante. Un'idea semplice che ha del geniale e che di sicuro, nel suo auto-crearsi attraverso la condivisione sentimentale e - perchè no - un po' ingenua degli utenti, funziona in modo poetico ma strutturato, aiutata dal serratissimo ritmo visivo e dalla suddivisione in sezioni scandite dalla appropriata colonna sonora. Inevitabilmente, a tratti, la tempesta di immagini sfuoca nel melenso e nella banalità: il modo per evitare di esserne colpiti è forse, semplicemente, abbandonarsi alla preferibile empatia generata situazioni o volti familiari. Esperimento sicuramente interessante e coinvolgente - che ha riscosso grande successo mondiale - Life in a Day ha appassionato un gran numero di registi e nazioni che ne hanno seguito l'esempio. La replica italiana non si è fatta attendere, diretta dal premio Oscar Gabriele Salvatores nel 2013.


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