Ci sono destini a cui non si può sfuggire e altri, invece, che possono essere modificati con il coraggio e con la forza di volontà. È questo il caso delle galline dell'allevamento Tweedy, protagoniste di Galline in fuga, sagace lungometraggio d'animazione in stop-motion diretto da Peter Lord e Nick Park attraverso l'apprezzata Aardman Animations. Nella fattoria dei Tweedy, le galline subiscono controlli qualitativi giornalieri e, appena non producono più le uova che dovrebbero, vengono servite in tavola. Gaia cerca continuamente di fuggire, organizza piani di evasione di massa e, per questo, viene punita e chiusa in cella d'isolamento. Quando le speranze dell'aia sono ormai perdute, il gallo volante Rocky piomba nel pollaio e, in cambio di copertura, promette di insegnargli a volare. Travestimenti, missioni segrete, complotti armati. Gaia è una stratega battagliera e indipendente che, nonostante le punizioni e i rimproveri, continua a preparare piani di fuga dalla prigione in cui lei e le sue compagne sono rinchiuse. La caratterizzazione dei personaggi è molto decisa e non lascia spazio a ripensamenti o a colpi di scena. Ogni membro del pollaio riflette usi e costumi tipicamente umani, ne condivide i pregi e i difetti e, qualora necessario, ne sposa i repentini cambi di umore. Supportata da una sceneggiatura intelligente di Karey Kirkpatrick e Mark Burton che strizza l'occhio a capolavori cinematografici come La grande fuga, la pellicola sfoggia un umorismo grottesco e beffardo che chiama in causa personaggi come Rocky Balboa e Indiana Jones. Con un approccio originale e citazionista, Galline in fuga si rivela un film divertente e scansonato che immette lo spettatore in un mondo esopico e, allo stesso tempo, quotidiano in cui ogni elemento fa il verso prima a se stesso e poi agli altri.