Ci sono fiabe che rimangono impresse nella memoria, che si ascoltano da bambini prima di dormire. Queste, allora, popolano i sogni, accrescono le utopie e alimentano le speranze in un mondo diverso, onesto, incontaminato. E rimangono pura fantasia fino a quando non finiscono sullo schermo, dando vita a quelle idee eteree, astratte e irreali che vengono plasmate e adattate alla realtà . I registi Chris Buck (Tarzan) e Jennifer Lee (Ralph Spaccatutto), prendendo liberamente spunto dall'antica storia de La Regina delle nevi scritta da Hans Christian Andersen nel lontano 1844, utilizzano sfondi tridimensionali e modellini in CGI per realizzare una pellicola romantica e incantata che esalta il vero valore dei sentimenti. Nel regno di Arandelle, le principesse Elsa ed Anna vivono un'infanzia felice e spensierata finchè la primogenita, incapace di gestire il dono di creare ghiaccio e neve, ferisce gravemente la sorella. Salvata dalla magia dei troll, Anna dimentica l'accaduto e perde consapevolezza dei poteri magici di Elsa. Questa, da parte sua, preferisce distaccarsi completamente dal mondo che la circonda per evitare, involontariamente, di nuocere chi ama. Raggiunta la maggiore età , Elsa viene nominata Regina di Arandelle ma finisce per essere etichettata come "strega" a causa dei suoi poteri magici. Fugge lontana dal fiordo ma il suo regno viene colpito da un inverno perenne che non sembra destinato a placarsi. Anna, allora, aiutata da Kristoff, un rude venditore di ghiaccio, dalla sua renna Sven e da Olaf, uno strambo pupazzo di neve, cerca di convincere la Regina a far tornare l'estate. Un malinconico silenzio, una sconfinata distesa di neve, un freddo che invade il corpo e lo pervade fin nelle ossa. Il regno ideale di Elsa è una spirale di solitudine, dolore e ibernazione di qualsiasi emozione umana perchè la paura di nuocere gli altri è così forte che la porta a rinunciare alla sua indole vitale, poliedrica e variegata. Introversa, fredda e distaccata a causa del suo amore incondizionato per la sorella, vivendo in un castello ghiacciato in compagnia soltanto di fiocchi di neve fatati e gelidi salici piangenti, Elsa diviene, a tutti gli effetti, una reietta, un'emarginata. Destinata a governare un regno disabitato, osserva un mondo che si rivela il riflesso imperfetto e la copia sbiadita di quello di Arendelle. Sua sorella, invece, tanto simile all'Anna dai capelli rossi del character designer Yoshifumi Kondo, è una giovane assetata d'amore che, a causa della sua indole indomita e ribelle, finisce per vivere un'avventura stravagante e bizzarra, insieme al brusco Kristoff e alla sua renna - che ricordano Fedro e il suo fedele destriero de Il gobbo di Notre Dame. Accompagnate dalle note calorose di Christoph Beck, le protagoniste, accuratamente caratterizzate come delle eroine moderne, allo stesso tempo forti e indifese, coinvolgono gli spettatori con la loro grintosa energia. Frozen - Il regno di ghiaccio si rivela una favola classica che avvolge gli spettatori con le sue musiche, con le sue atmosfere incantate e con la sua aura di magia e dannazione, facendoli sentire parte integrante di quel mondo utopicamente perfetto per cui tutti dovremmo combattere.