Nell’anno del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, l’Italia celebra il suo compositore nazionale con mostre, ricorrenze ed eventi fra le quali troneggia la Prima del Teatro alla Scala di Milano, che il 7 dicembre 2013 ha aperto la stagione operistica con la più celebre delle opere verdiane, La Traviata, trasmessa per l’occasione nelle sale cinematografiche di diciannove regioni d’Italia, quattordici città europee e Stati Uniti. È il 1853 quando il Teatro La Fenice commissiona a Giuseppe Verdi la stesura di un’opera per i festeggiamenti in occasione del carnevale di Venezia. Deciso a voler redigere un dramma al femminile, il compositore trae ispirazione da un fatto di attualità: la morte per tifo della più celebre cortigiana di Parigi, Alphonsine Plessis, che già nel 1848 aveva ispirato Alexandre Dumas (figlio) in un romanzo struggente, La dame aux camélias. Si raccontava la triste storia di Marguerite Gautier, bellissima cocotte di cui si innamora, ricambiato, Armand Duval, un giovane bohémien che le starà accanto, dopo mille tormenti, fino alla morte. Verdi si appassiona al romanzo di Dumas e alla sua affascinante protagonista tanto da farne la propria musa per un melodramma in tre atti, con libretto di Francesco Maria Piave, in cui il nome di lei diviene Violetta, quello di lui Alfredo e l’ambientazione un contemporaneo mondo borghese e ipocrita fatto di mondanità, balli e chiacchiere in cui l’amore dei due è destinato a soffocare. Dopo l’iniziale freddezza del pubblico per una vicenda tanto scandalosa e contemporanea, La Traviata è presto divenuta simbolo di un genere, identificativa del binomio amore/morte di ogni riuscito melodramma ottocentesco; la sua musica, colonna sonora di innumerevoli vicende romantiche, è stata interpretata dai maggiori tenori e soprani di tutti i tempi. Ritenuta a ragione la più popolare delle opere di Giuseppe Verdi, La Traviata è stata scelta dal Teatro Alla Scala di Milano per celebrare il compositore nel bicentenario della nascita: la sua caratteristica, quasi unica, di piacere sia agli esperti sia agli appassionati ha reso possibile una proiezione tanto capillare in 150 sale cinematografiche in tutta Italia. Se è infatti noto che la Prima è un evento che si rivolge più alla mondanità che agli amanti dell’opera, La Traviata al cinema - distribuita da Microcinema in collaborazione con Rai (che ha curato anche della diretta televisiva) - parla a coloro che desiderano assistere alla messa in scena originale teatrale, lontani dal trambusto e con mezzi più accessibili. L’opera mostrata sul grande schermo è infatti la stessa allestita sul palco scaligero, diretta da Daniele Gatti e con regia e scene di Dmitri Tcherniakov. Protagonista è la soprano tedesca Diana Damrau che, insieme all’Alfredo di Piotr Beczala e al più celebre baritono verdiano contemporaneo, Željko Lučić (nei panni di Giorgio Germont), restituiscono vita e musica ad alcune delle più celebri arie d’opera di tutti i tempi e partecipano ad un progetto unico - per intenzioni e mezzi - di allargamento del pubblico della lirica, un’arte ancora poco fruita e troppo elitaria.