A partire dalla proposta di legge dei DICO, presentata nel febbraio 2008 dal governo Prodi II, Gustav Hofer e Luca Ragazzi - innamorati da otto anni - esordiscono alla regia con un documentario spiazzante, che racconta il dibattito intorno ad una legge scomoda e rivela senza ipocrisie le lacune culturali italiane e le mancanze civili sul tema dell’omosessualità . Correva l’anno 2007: il governo Prodi presentava una proposta di legge per le unioni civili estesa anche alle coppie omosessuali, i DICO (Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi), e mentre nel mondo in decine di nazioni si discute di matrimonio e adozioni per persone dello stesso sesso, in Italia scoppiava il caso di stato semplicemente per un progetto di legge confuso ed embrionale. Il documentario di Luca e Gustav solleva il coperchio su un’Italia omofoba, bigotta e terrorizzata da ciò che non capisce e non conosce. Strumento dell’indagine è una camera digitale, un budget di soli quattromila euro e molto spirito critico, insieme ad un’intenzione nettamente delineata: raccontare senza falsi, con autenticità e sana indignazione i limiti culturali che l’Italia ancora oggi mostra di possedere sul tema dell’amore omosessuale e delle mancanze in fatto di diritti civili e riconoscimenti. Con Improvvisamente l’inverso scorso – un titolo che cita la scandalosa pièce teatrale di Tennessee Williams, Improvvisamente l'estate scorsa, da cui nel 1959 Joseph Mankiewicz ricavava l'omonima pellicola con Katharine Hepburn, Elizabeth Taylor e Montgomery Clift - i due filmaker fondono l’audacia dell’inchiesta alla Michael Moore (condotta tanto per le strade quanto negli inquietanti raduni fascisti e nei benpensanti convegni di Comunione&Liberazione) con un linguaggio che comprende numerose tecniche, dallo stop-motion ai cartoni animati, in ironiche sequenze assemblate dal montaggio di Desideria Rayner e narrate dalla voce familiare di Veronica Pivetti, doppiatrice di alcune delle più brillanti interpreti del cinema almodovariano. Luca Ragazzi e Gustav Hofer inaugurano la loro carriera di documentaristi e attori con un film autobiografico che in primo luogo parla della loro vita quotidiana, provando a raccontare la loro storia d’amore come una delle tante, in cui l’appartenere allo stesso sesso non costituisce motivo di differenziazione dalle altre coppe, almeno finchè non si approda in municipi, ospedali o luoghi istituzionali, per i quali la coppia Luca e Gustav non esiste. Dopo una rassicurante intro, i due documentaristi arrivano a sviscerare tutti e quattordici gli articoli dei DICO, che puntavano per lo più a riempire il vuoto legislativo in merito alle coppie di fatto - dal diritto all’assistenza in caso di malattia alle questioni di successione - attraverso le numerose campane che intervengono nel dibattito. Il quadro finale è dei più deprimenti: dalle voci politiche colme di ignoranza agli estremi pareri degli esponenti dell’attivismo cattolico sino alle opinioni, tra il rassegnato e lo sterilmente battagliero, raccolte durante il Gay Pride, Improvvisamente l’inverno scorso racconta la storia di una battaglia contro i mulini a vento, contro un’ideologia impiantata nella cultura italiana come un dogma che ha le radici nell’identità cattolica e la linfa nella disinformazione e nella paura del diverso.