La notte di Capodanno quattro sconosciuti, decisi ad uccidersi gettandosi dall’ultimo piano del grattacielo più alto di Londra, si incontrano sul cornicione: Martin (Pierce Brosnan) è un ex star della tv in declino, Maureen (Toni Collette) è una madre single, Jess (Imogen Poots) vive una tormentata adolescenza e JJ (Aaron Paul) si sente un fallito. Colpiti dalla coincidenza, i quattro decideranno di stringere un patto: nessuno si suiciderà per le successive sei settimane dandosi appuntamento di nuovo sul grattacielo la notte di S. Valentino, intenzionati a fare solo allora il punto delle proprie vite. Torna sul grande schermo lo scrittore più trasposto della letteratura contemporanea, Nick Hornby. Dopo i successi di Alta fedeltà e About a boy e la più recente, meno fortunata, produzione italiana È nata una star?, stavolta è il romanzo del 2005, A Long Way Down, ad essere oggetto di un nuovo omonimo adattamento, tutto british, prodotto dalla moglie di Hornby, Amanda Posey, come già era stato per An Education, garbata pellicola del 2009 di cui lo scrittore aveva curato la sceneggiatura. Ad ispirare la stesura del romanzo Non buttiamoci giù era stato per lo scrittore il suicidio di un amico. Come di regola, da un inizio amaro, Hornby ha tratto e svolto in forma di diario, con il tono colloquiale e ritmato che gli appartiene, una trama spiritosa con alcuni spunti – soprattutto nei dialoghi - particolarmente replicabili al cinema. La difficoltà di trasporre un romanzo di tale forma ha tuttavia impegnato non poco lo sceneggiatore Jack Thorne e si è ripercosso inevitabilmente sulla regia di Pascal Chaumeil, un esordio con Luc Besson e una carriera accurata ma defilata. Tuttavia la derivazione celebre del soggetto del film – vantare tra i titoli di testa il nome di Hornby è sempre un ottimo biglietto da visita – ha inevitabilmente posto risalto sul regista francese, gettando sul suo film una luce nuova e forse troppo acceccante, che ne ha rivelato l’appartenenza allo stile transalpino, lenta per formazione e di difficile connubio con i soggetti vivaci dello scrittore inglese. Per quanto Non buttiamoci giù sia una pellicola che conserva molta eleganza british e nonostante Jack Thorne abbia saputo mantenere tale registro anche nella sceneggiatura, l’andamento del film appare scontato almeno quanto la scelta di risolvere il problema della forma diaristica dell’originale con una voce fuori campo e con la suddivisione in quattro capitoli, uno per ogni personaggio. Chaumeil dal canto suo ha saputo rendere giustizia all’impianto dei personaggi del romanzo, con un cast credibile e gradevole, sebbene troppo nostalgico. Soprattutto il personaggio dell’ex 007 Pierce Brosnan pare ripetere nell’interpretazione il romantico protagonista di John Cusack in Alta fedeltà e l’indolente Hugh Grant in About a boy. Forse sono le trame dello scrittore Re Mida di Inghilterra a diventare, dopo una lunga carriera letteraria, ormai scontate e a generare trasposizioni sempre più banali, ma nel film di Pascal Chaumeil sembra essersi persa quasi del tutto la graffiante ironia di Hornby, cara ai romantici quanto agli amanti della commedia sofisticata, e anche l’intreccio, in altre pellicole costantemente ritmato, si scioglie qui in un finale deludente fra tanti buoni sentimenti.