Distribuzione indipendente che tanto successo sta avendo con Spaghetti Story - divertente commedia di Ciro De Caro che sta per sfiorare la decima settimana di proiezione - torna nelle sale italiane con Una domenica notte, opera prima di Giuseppe Marco Albano. Commedia - scritta a quatto mani dal regista e Antonio Andrisani - dai toni surreali e grotteschi che, rendendo omaggio al mondo del cinema, intende raccontare la situazione lavorativa difficile del nostro paese ed in particolare del sud. Antonio Colucci (Antonio Andrisani) ha sempre sognato di diventare un regista affermato di film horror, ma l’unico suo lungometraggio, girato quando aveva 26 anni, è uscito solo in Germania e unicamente per il mercato dell’home video. Antonio sembra aver riposto i suoi sogni nel cassetto, ma non è cosi. Dentro di lui c’è ancora una parte che non si arrende e che continua a sognare. Divorziato, con un figlio, e umiliato continuamente dalle pretese della sua fidanzata (Francesca Faiella), l’uomo vive la sua vita monotona in una piccola provincia della Basilicata, ottenendo piccoli lavoretti saltuari di scarsa importanza. Mortificato da una situazione che lo vede vittima degli eventi, Antonio, ormai quarantaseienne, decide di rimettere mano alle proprie ambizioni e di cercare i fondi per girare una sceneggiatura a basso budget. Il soggetto horror che ha in mente, però, non è niente in confronto alla realtà con cui dovrà avere a che fare per raggiungere il suo sogno. Dopo l’inaspettato successo di Spaghetti Story e del più recente Smetto quando voglio, giunge in sala un’altra storia che punta il dito sul precariato e sull’impossibilità di veder realizzati i propri desideri in un’Italia ormai creativamente stagnante. Le vicende ambientate nel Materano - luogo naturalmente scenografico che ha avuto un’eco planetario grazie al capolavoro di Mel Gibson, La passione di Cristo, girato proprio tra i Sassi di Matera - raccontano di una ricerca ben più importante di quella del lavoro: la ricerca di sé stessi. Il film è un appello a non perdere la speranza; un invito a lottare per la felicità , anche a costo di andare contro le opinioni di coloro che mettono in discussione la spinta vitale di un pensiero visionario. Non a caso l’unico personaggio ancora dotato di sentimenti umani sembra essere proprio il protagonista Antonio: eterno bambino sulla soglia dei cinquanta che ancora non è disposto ad arrendersi alla realtà . Nonostante il calo progressivo di ritmo che colpisce la parte finale di Una domenica notte, la regia, l’ottima colonna sonora ed i personaggi - primari e secondari - davvero ben scritti fanno dell’opera di Albano un lungometraggio che si inserisce di diritto nella lunga schiera di film indipendenti italiani meritevoli di essere visti dal grande pubblico.