Pio e Amedeo sono due inseparabili amici che vivono nel comune di Zapponeta in provincia di Foggia. Insieme gestiscono una poco convenzionale agenzia di pompe funebri. Pio sta per sposarsi con Rosa, ma durante il suo addio al celibato viene alla scoperta di un video hard con protagonista proprio la futura moglie. Su pressione dell'amico, Pio e Amedeo scapperanno dalla piccola provincia. Continua il trend della commedia italiana di lanciare al cinema personaggi comici provenienti dal mondo della televisione generalista, cercando di replicarne il successo anche sul grande schermo. Ovviamente il nome di punta di questa ondata è quello di Checco Zalone capace di incassi stratosferici ma anche del duo de I Soliti Idioti che dal loro show televisivo sono riusciti a realizzare ben due pellicole. In questo solco si inserisce l'esordio al cinema della coppia comica composto da Pio D'Antini e Amedeo Grieco formatosi con la gavetta nelle tv locali e che ha raggiunto la notorietà grazie al ruolo di Ultras dei Vip nel programma Le Iene. Fin dalle prime scene è chiaro che il riferimento a cui Amici come noi si ispira è proprio il cinema di Zalone. Stessa messa in scena televisiva, stessa ambientazione di provincia e poca importanza data alla trama che è solo il collante per le gag e le battute dei protagonisti. Ma, pur volendo assomigliare molto ai film del comico pugliese(la trama ricorda da vicino Cado dalle Nubi), i pur volenterosi Pio & Amedeo non hanno la verve e soprattutto la maschera comica di Zalone, capace di provocare ilarità e di sopperire alla mancanza di una narrazione forte. Amici come noi è quindi molto più simile a I Soliti Idioti con la regia affidata ad Enrico Lando (regista appunto dei film con protagonista la coppia Mandelli-Biggio), un road movie dove il viaggio compiuto è ovviamente pretesto per inanellare una serie di sketch e battute tentando di coprire tutta la durata della pellicola senza appesantire ma soprattutto cercando di divertire lo spettatore. Purtroppo a parte qualche sorriso forzato non si ride quasi mai: i dialoghi e le situazioni sono prevedibili, si pecca in ritmo e tutto, dalle frasi alle singole scene, sembra già visto e riciclato. Nonostante il film attraversi ben tre spazi geografici diversi come Roma, Milano, Amsterdam, c'è poca differenza perché tutto il repertorio è stantio e poco interessante, usando allo sfinimento gli abusati topoi calcistici e le battute sulla sessualità che non sono volgari né offensive, ma semplicemente poco innovative, come una barzelletta ascoltata troppe volte. Seppur simpatici come attori chiamati a reggere un intero film, Pio & Amedeo mostrano grossi limiti soprattutto quando devono uscire dai loro personaggi precostruiti dal modello televisivo e recitare per davvero, confermando che il loro spazio più consono è il piccolo schermo.