
Il grande pianista Tom Selznick torna ad esibirsi dopo 5 anni di assenza. Il suo allontanamento dal palcoscenico è dovuto al fallimento nell'esibizione di un brano particolarmente complesso, "La Cinquette", composta dal suo maestro ormai morto. Per il suo ritorno viene organizzato un concerto-evento dove Tom scopre di essere vittima di un cecchino che lo obbliga ad eseguire alla perfezione proprio "La Cinquette", amplificando così il terrore di Tom di sbagliare e, di conseguenza, perdere la vita. Il ricatto si rifà esplicitamente al cinema di Alfred Hitchcock, lasciandosi contaminare dal modus operandi del maestro della suspence. Dalla messa in scena, tutta girata in una sola unità di spazio alla Nodo alla gola, alle citazioni a Paura in palcoscenico, fino a riprendere singole sequenze rielaborandole. Esempio più celebre è la famosa scena dell'attentato a teatro tratta da L'uomo che sapeva troppo, di cui Il ricatto pare una voluta estensione. Se nei primi minuti il giochino thriller messo in piedi dal regista spagnolo funziona e non annoia, l'avanzamento teorico del ritmo non corrisponde in pratica a ciò che le immagini riescono a proporre in termini di tensione. La pellicola ha una sola idea - il protagonista terrorizzato dal palco che viene minacciato da uno sconosciuto che lo obbliga ad esibirsi al meglio, diventando metafora della sua più grande paura. Sicuramente in mani registiche più abili questo spunto sarebbe bastato per ottenere un buon thriller psicologico, ma qui, purtroppo, il monotematico canovaccio narrativo si chiude in una convenzionale banalità di scrittura. Eugenio Mira si perde in virtuosismi con la macchina da presa fini a se stessi, che divertono solo chi li ha realizzati, ripetendo situazioni connaturate al genere senza la capacità di renderle frizzanti o piacevoli all'occhio dello spettatore. Il protagonista Tom Selznick, preoccupato per la sua vita e impegnato a fare il suo migliore show, a parte lo sconforto iniziale prende presto in mano il controllo della situazione, riuscendo a capire chi lo sta ricattando e perché senza che lo spettatore provi vero interesse per il suo destino, colpa anche di un Elijah Wood non troppo espressivo e incapace di reggere un film da solo. E la risoluzione finale in chiave action riesce nell'obbiettivo di apparire grottesca e di sminuire un antagonista che prima era riuscito ad affascinare grazie alla buona performance di John Cusack che avrebbe meritato maggior attenzione. Il Ricatto ha dalla sua la durata contenuta, che rende la pellicola un discreto passatempo di cui dimenticarsi appena terminata la visione. In linea con le basse ambizioni del progetto.