A sei anni di distanza da Cartoline da Roma, Giulio Base – che intanto si è dato alla fiction – torna alle origini, con una pellicola prodotta da Line Film in collaborazione con Rai Cinema, tratta dal romanzo di Piero Chiara Il pretore di Cuvio, scritto nel lontano 1973, e con la partecipazione eccezionale di Francesco Pannofino nei panni del protagonista. Inizio anni ’30, l’obbedienza per il fascismo è categorica, spietata. Anche a Cuvio, alle porte del Lago Maggiore, in provincia di Varese. Se ne fa portavoce, tramite ripetuti abusi di potere, Augusto Vanghetti (Francesco Pannofino), anziano pretore sposato con la ben più giovane Evelina (Sarah Maestri). Da ben otto anni, però, il loro matrimonio si è ridotto ad una pura formalità. Per Augusto, le vere passioni sono altre: il teatro, ma soprattutto altre donne. Le tante, troppe amanti che si alternano nel suo studio in Pretura, costringono Evelina ad una vita cupa, solitaria, fatta di imbarazzi e menzogne. Il paese, ben consapevole dei peccati del suo pretore, farà di Evelina l’oggetto di infiniti pettegolezzi, recandole ulteriori, atroci sofferenze. Sarà proprio una scelta del marito, ironia della sorte, a cambiare lo scenario di tutti i protagonisti. Augusto, ormai immerso nella stesura de “L’amore è un’equazione” – suo primo spettacolo – sceglie di assumere in Pretura Mario Landriani (Mattia Zàccaro Garau), serio e onesto lavoratore. Il giovane avvocato, però, non sbrigherà solo il lavoro in eccesso di Augusto, ma dovrà occuparsi anche della moglie, da tempo in precarie condizioni fisiche. Le farà da spalla in ogni occasione, fino a diventarne addirittura coinquilino, su invito dello stesso Augusto. Mentre nuovi, oscuri personaggi (tra cui Eliana Miglio, nei panni della contessa Armandina Régner de Monfleury) faranno la loro entrata in scena, la vita di quel pretore forte, arrogante e donnaiolo, verrà stravolta, mostrandogli – nel modo più crudele – l’altro lato della medaglia. Il Pretore deve tanto al suo padre letterario Piero Chiara. Quel romanzo – che tanto ha colpito Sarah Maestri, oltre che protagonista anche produttrice associata del film – regala ai lettori una commedia buffa ed inverosimile, ma allo stesso tempo profonda e realistica. Il film di Giulio Base cerca – con astuzia – di ereditarne la delicatezza, valorizzando non solo le bellezze di un comune – quello di Luino – ma anche dell’intero varesotto. Non è mai facile, per un regista, trarre un film da un romanzo. Eppure nel caso de Il Pretore i due appaiono simili, almeno nei valori, nei messaggi che Piero Chiara – morto proprio a Varese – voleva lanciare. Tra sorrisi malinconici e tuffi in un passato ormai perduto.