Una vita vissuta all'ombra di un grande amore, il rimpianto di averlo dovuto consumare in segreto e il rimorso di averlo rinnegato. La travagliata storia dell'attrice Ellen Ternan, innamorata perdutamente dello scrittore Charles Dickens, ha affascinato talmente tanto l'affermato Ralph Fiennes da volerne realizzarne una fedele trasposizione cinematografica. Così, dopo l’adattamento dello shakespeariano Coriolanus, Fiennes torna a sedersi in cabina di regia per firmare l'adattamento del romanzo The invisible woman: the story of Nelly Ternan and Charkes Dickens della giornalista Claire Tomaline. Margate, Inghilterra, 1883. Nelly (Felicity Jones) passeggia sulla spiaggia in modo nervoso, irruento, frettoloso. Il suo turbamento svanisce solo quando la donna raggiunge il palco su cui sta allestendo la trasposizione teatrale di un'opera di Dickens (Ralph Fiennes). I suoi pensieri, allora, tornano all'adolescenza, al suo incontro con lo scrittore e alla nascita della loro passionale relazione clandestina. Attraverso un lungo flashback, Nelly rivela allo spettatore i suoi più intimi segreti. Il violento infrangersi delle onde sugli scogli, la vertiginosa corrente marina e l’impietosa alta marea divengono lo specchio di un’anima inquieta, cupa, tenebrosa. Custode di un segreto scomodo e ingombrante, Nelly indossa una maschera, cambia identità e modella il suo carattere secondo l'etica religiosa e sociale dell'Inghilterra vittoriana in cui vive. Abbandonata a se stessa, ricomincia una nuova vita fingendo di aver dimenticato il passato e rifiutandosi di ammettere che la solitudine le sia entrata nella pelle insinuandosi lentamente sin nelle ossa. Nonostante l'apparente imperturbabilità della donna, però, lo sceneggiatore Abi Morgan (The Iron Lady), attraverso costanti salti temporali, ne svela i misteri risalendo fino al suo giovanile incontro con Dickens. Tra i due nasce subito un'alchimia immateriale e platonica fatta solo di sguardi, di sorrisi e di tristi rinunce e che, incurante della mentalità bigotta del tempo, non tiene conto della loro consistente differenza d'età e delle loro contrapposte classi sociali. Scoprendo l’uomo oltre il mito, la donna impara ad amarne le debolezze, a sostenerne le scelte e a mondarne tutte le ferite. Il loro amore illecito, anticonformista e ribelle, oltrepassa i confini della sensualità puramente fisica per approdare all'unione intima di due anime gemelle e complementari. Tutta la storia viene raccontata attraverso gli occhi di una creatura invisibile dall'animo nobile e puro che ama Dickens incondizionatamente. L'interpretazione candida e delicata di Felicity Jones (Hysteria), però, viene fin da subito surclassata dall'imponenza teatrale di Fiennes che incarna un uomo difficile e controverso, tanto allegro e pieno di vita, quanto infelice e spietato. Per questo motivo, la contrastata fotografia di Rob Hardy (La faida), sovrappone costantamente macabre pennellate di colori scuri e polverosi alle limpide e soleggiate passeggiate romantiche, deformandone i volti, incupendone gli umori e incrinandone i destini. The invisible woman, dunque, si rivela subito una pellicola teatralmente malinconica che ricorda a tutti che, nonostante le difficoltà , l'essenza stessa della vita consiste nell'amare e nel lasciarsi amare.