Le favole moderne non hanno bisogno di fate turchine o di formule magiche per avverarsi. Basta infatti un pizzico di immaginazione e una qualche forma di malattia che necessiti l’intervento di una psicoterapeuta. Con uno spunto tanto insolito quanto originale, quindi, il regista Rolando Ravello (Tutti contro tutti) trasforma la romantica commedia teatrale Ti ricordi di me? in un prodotto cinematografico gradevole e zuccheroso. Beatrice Bernassi (Ambra Angiolini), giovane ragazza affetta da narcolessia chiede aiuto alla stessa psicoterapeuta a cui si rivolge il cleptomane Roberto Marino (Edoardo Leo). Il ragazzo si innamora di lei all’istante: la aspetta ogni giorno sotto il portone, la corteggia e le disegna persino le strisce pedonali per farle attraversare la strada in tutta sicurezza. Nonostante l’iniziale distacco, Beatrice capisce il valore di Roberto, inizia ad amarlo e lo sposa. Quando le cose sembrano andare bene, però, la ragazza perde la memoria e finisce in un posto lontano, insieme al suo ex fidanzato (Ennio Fantastichini). Nella fiaba di Rolando Rovello non ci sono principi, né principesse, né castelli incantati ma solo una coppia di giovani ragazzi e un rinomato studio medico presso cui recarsi due volte la settimana. Due personaggi insicuri, deboli e complicati che si ritrovano a parlare dei propri disagi, scegliendo di diventare l'uno lo scudo con cui l’altra contrasterà le insidie del mondo. Opposti ma complementari, Beatrice e Roberto decidono di intraprendere la stessa strada, uno al fianco dell’altra, rigorosamente contromano. Eccentrici, apparentemente contrastanti eppure perfettamente simmetrici, i protagonisti sfruttano la paradossalità delle situazioni per differenziarsi dalla massa. Forti delle proprie debolezze e padroni della propria, spasmodica, sensibilità , i protagonisti vengono mostrati con lo sguardo ingenuo e infantile di chi crede ancora che, nonostante l'apatia del mondo, ci sia posto per i sentimenti. Il regista, infatti, coadiuvato da Massimiliano Bruno (Nessuno mi può giudicare) e Paolo Genovese (Immaturi), confeziona una una sceneggiatura leggera e divertente che strizza caparbiamente l’occhio a 50 volte il primo bacio, cambiandone però i paesaggi ed attualizzandone i contenuti. Ti ricordi di me? si rivela una buona pellicola di intrattenimento che, sebbene imperfetta e velatamente malinconica, dimostra che romanticismo e ironia possano anche far parte della stessa storia.