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The Congress

11/06/2014 11:00

Maurizio Encari

Recensione Film,

The Congress

Robin Wright vive nei pressi di un aereoporto con i suoi due figli, di cui uno disabile...

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Robin Wright vive nei pressi di un aereoporto con i suoi due figli, di cui uno disabile. Lontana dal successo degli anni passati, l'attrice riceve una nuova particolare offerta dal boss della Miramount, quella di far scannerizzare per intero il suo corpo e le sue movenze per diventare così la vera prima "interprete digitale" della storia del cinema. L'attrice, tramite il suo alter ego creato al computer grazie ai miracoli della tecnologia, potrà così essere sempre giovane su grande schermo, ma il contratto impone che lei come persona debba sparire totalmente dai riflettori. Avendo accettato dopo molte titubanze, ritroviamo Robin vent'anni dopo in un mondo totalmente cambiato: è infatti disponibile sul mercato una potentissima droga che permette a chiunque di poter vivere una propria realtà "alternativa", nella quale lei stessa finisce suo malgrado catturata. Ma durante un importante congresso futurista nella quale la stessa attrice avrà un ruolo determinante, scatta una rivolta che potrebbe cambiare le cose per sempre.


Ve ne fossero di registi innovativi come Ari Folman, autore che nel 2008 ha segnato una tappa cruciale nella storia recente del cinema d'animazione destinato ad un pubblico maturo con quel piccolo capolavoro che risponde al nome di Valzer con Bashir, sorta di ibrido tra documentario animato e finzione in grado di scuotere le coscienze. A cinque anni dal suo ultimo lavoro lo ritroviamo nuovamente dinanzi ad un'opera ambiziosa, tratta non a caso dal romanzo dello scrittore polacco Stanislaw Lem (suo anche il Solaris cartaceo che ispirò il magnum opus tarkovskiano), che si ripropone di unire i due mondi, quello in carne e ossa e quello della fantasia disegnata affidandosi ad una sceneggiatura che reinterpreta, con i dovuti accorgimenti, il testo della fonte originaria.


Ambiziosamente imperfetto e visivamente affascinante, The Congress è un film che spiazza nel suo concentrato virtuosistico di emozioni e invenzioni usando il mezzo fantastico come veicolo per metaforizzare il declino della società odierna, sempre più portata all'appagamento dei propri desideri attraverso l'inesorabile mitizzazione dell'apparenza a discapito della sostanza. E se nella prima mezz'ora Folman gioca intelligentemente col cinema sul cinema stesso, tramite la figura di una vera attrice nei panni di se stessa a rappresentare la perdita globale del libero arbitrio in favore di scelte obbligate da qualcuno o qualcosa, nella seconda parte dà libero sfogo alla sua arte immaginativa sfoderando tutta la sua suggestiva visionarietà nell'animazione, con sequenze surreali che si inebriano su vette di ispirata poesia, pur con qualche inaspettata caduta di stile. Tra versioni caricaturali in forma di disegno di personaggi famosi (gustosa quella di Tom Cruise) e sequenze di enorme potenza visiva (il "risveglio" dal mondo delle illusioni, memore della scena clou di Valzer con Bashir), The Congress coinvolge e trascina per quasi due ore trasportando un messaggio fortemente umanistico in una realtà sempre più portata a nascondersi dietro la vacuità di sogni irrealizzabili e moralmente decadenti.


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