Per il suo film d'esordio la regista napoletana Stella Savino, ha voluto affrontare la tematica importante quanto delicata dell'utilizzo di medicinali come il ritalin e l'atomoxetina sui bambini affetti da ADHD (deficit dell'attenzione e iperattività ). ADHD - Rush Hour è un documentario di stampo didattico poco focalizzato sul problema dell'ADHD in sé, che tenta di dipingere senza prese di posizioni nette ma analizzando fatti e statistiche, una realtà poco piacevole dal punto di vista medico ma soprattutto umano, dove la cura di milioni di bambini affetti da tale disturbo è in mano a un'improbabile e deleteria soggettività dei dottori e al business delle case farmaceutiche. Attraverso le testimonianze di ragazzi a cui è stato diagnosticato l'ADHD ed interviste a genitori e personalità della comunità medica, il documentario di Stella Savino si interroga e indaga su come il deficit d'attenzione diventi una vera malattia, continuamente diagnosticata in percentuali altissime in America e in Europa, spesso con analisi superficiali che portano a prescrivere farmaci non troppo benevoli per la salute. Da questo spunto, la Savino indaga sui metodi di cura, sul tipo di medicine come ad esempio il ritalin, messo nelle stessa categoria delle droghe ma usato come rimedio per l'ADHD. Il documentario guarda i vantaggi a breve termine e i loro effetti collaterali a lungo percorso sulla vita di un bambino, senza essere accusatorio ma ascoltando sempre le due parti in causa con obiettività : che sia un medico che difende la propria posizione o la famiglia di un ragazzino la cui vita non è migliorata dopo l'utilizzo di tali medicinali, ADHD - Rush Hour evita di cadere nel pietismo e nella retorica. Ne viene fuori un documento lucido e dall'importante valore divulgativo, dove chiunque può essere vittima di interpretazioni mediche errate e fuorvianti, ritraendo una realtà importante senza la volontà di trovare lo scandalo a tutti i costi. La pellicola non cerca invenzioni visive o cambi di ritmo nella narrazione e opta per una struttura da documentario convenzionale, con un occhio sicuramente ragionato ma che manca di una vera complessità nella messa in scena. Meritevole più per le informazioni e per le riflessioni che riesce a portare allo spettatore che per qualità artistiche o di sguardo estetico.