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Maicol Jecson

07/07/2014 11:00

Riccardo Tanco

Recensione Film,

Maicol Jecson

Mentre i genitori sono partiti per le vacanze, il giovane Andrea (Vittorio Gianotti) sfrutta la loro assenza per mancare al campo estivo e fare finalmente l'amo

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Mentre i genitori sono partiti per le vacanze, il giovane Andrea (Vittorio Gianotti) sfrutta la loro assenza per mancare al campo estivo e fare finalmente l'amore con Eva (Cristina Marino), la ragazza dei suoi sogni. Non tutto va come previsto e Andrea insieme al suo fratellino Tommaso(Tommaso Neri) e a Cesare(Remo Girone), un anziano conosciuto per caso, vivranno una strana quanto divertente avventura per riconquistare Eva.


Maicol Jecson è l'opera prima dei registi Enrico Audenino e Francesco Calabrese, che hanno scelto il racconto di formazione per narrare la loro storia che ha come fulcro il mondo dell'adolescenza e il contrasto tra generazioni. Attraverso una regia minimale,una scrittura semplice e un utilizzo dei mezzi cinematografici ridottissimo, Maicol Jecson è una pellicola per ragazzi e sui ragazzi che prende a modello la commedia indipendente americana e i suoi stilemi - pur non raggiungendone i livelli di riuscita - ma restando uno strano ibrido tra normale coming of age italiano e film più internazionale. Dopo l'inizio in cui il duo Audenino-Calabrese presenta i personaggi e il contesto, con l'entrata in scena del personaggio di Cesare, il film vira sul genere del road movie in cui un bizzarro trio composto da un adolescente in crisi d'amore, il fratellino ossessionato dalla figura di Michael Jackson e un nonno “acquisito”, farà incontri bizzarri imparando a conoscere gli altri e se stessi, capendo che le esperienze reciproche possono aiutare tutti senza l'ostacolo delle barriere generazionali.


Maicol Jecson non è esente da limiti, a partire dalle basse pretese del progetto, che dipingono una storia come tante con un tocco di ironia grottesca non sempre riuscita, e personaggi comprimari solo abbozzati e dalla scarsa funzione narrativa. Rimane però un'opera interessante, forse poco cinematografica nelle ambizioni e nella messa in scena, con un approccio al montaggio più vicino al format da fiction, ma che vuole tramite la forza dell'innocenza e la leggerezza della risata regalare allo spettatore una vicenda talmente semplice da essere ingenua, che arriva a conclusioni ovvie, ma è anche dolcemente innocua nel suo scorrere leggero e divertito, grazie anche ad un cast azzeccato, la cui alchimia in scena è un valore aggiunto per il film.


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