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In Secret

29/07/2014 10:00

Martina Calcabrini

Recensione Film,

In Secret

La società borghese della Parigi ottocentesca, bigotta e conformista fino ad anteporre l'apparente buonconstume al proprio benessere personale, è protagonista d

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La società borghese della Parigi ottocentesca, bigotta e conformista fino ad anteporre l'apparente buonconstume al proprio benessere personale, è protagonista di In secret. Consapevole del fascino dei personaggi eversivi e ribelli dei romanzi veristi, il regista Charlie Stratton realizza una cupa trasposizione cinematografica della perversa Therese Raquin di Émile Zola.


Parigi, 1867. Dopo essere rimasta orfana, la piccola Therese (Elizabeth Olsen) viene adottata dall'imponente Madame Raquin (Jessica Lange) e, in etá da marito, destinata al cagionevole e remissivo cugino Camille (Tom Felton). Costretti a trasferirsi a Londra per gestire una piccola bottega, Therese si ritrova intrappolata in una spirale viziosa e claustrofobica costituita da persone piatte e monotone che si incontrano la sera solo per giocare a carte. Quando Camille, peró, porta a casa l'amico Laurent (Oscar Isaac), la sensualitá e la passionalitá della donna, da troppo tempo sopite, si risvegliano pericolosamente.


Émile Zola è stato uno dei piú importanti esponenti del verismo francese, corrente artistica e letteraria che, lontana da qualsiasi intento retorico o moralistico, riproduceva la realtá contemporanea al solo scopo di svelarne i piú oscuri segreti. Rinunciando a qualsiasi intervento autoriale e a qualsiasi (evidente) manomissione dei fatti, gli autori ritraevano la florida societá borghese parigina nelle sfaccettature perverse e immorali, nascoste dietro un'apatica maschera di austerità. Stratton, volendo rimanere il piú fedele possibile all'intento letterario dell'autore, costruisce una narrazione funambolica che, esaltando la contrapposizione tra realtá e apparenza, racconta la storia di Therese attraverso silenzi, lacrime e gesti disperati. La macabra fotografia di Florian Hoffmeister (Il profondo mare azzurro) - riempita da poche, virulente, pennellate di colore - predilige l'uso del grandangolo per riprendere gli angoli bui e gli anfratti polverosi, rendendoli ancora piú claustrofobici e opprimenti. Volendo sfuggire al meccanismo di una societá ottusa che intrappola ogni cittadino e lo uniforma alla massa, Therese ricorre ai sentimenti e alle passioni, riuscendo a liberarsi della sua rabbia e della sua frustrazione solo attraverso atti sessuali impuri e selvaggi. Il legame con Laurent, sempre piú forte e morboso, infatti, la spinge a superare limiti estremi e a rinnegare gli antichi affetti, finendo per devastare il suo corpo e la sua stessa anima.


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