Ci sono emozioni, passioni e dolori che non possono essere spiegati soltanto attraverso le parole: hanno bisogno di essere vissuti sulla propria pelle per essere compresi davvero. Colpito dalla delicatezza con cui John Green racconta una storia d'amore e morte nel suo romanzo Come le stelle, il regista Josh Boone (Stuck in love) ne realizza la trasposizione cinematografica intensamente fragile e imperfetta che mostra la capacità dei sentimenti di lenire le ferite del corpo e dell'anima. America, giorni nostri. La timida Hazel Grace Lancaster (Shailene Woodley) convive con un cancro ai polmoni da più di cinque anni. Raggiunta l'età dell'adolescenza, la ragazza si sente diversa da tutti i suoi coetanei e, quindi, si rinchiude in casa. Per aiutarla a superare la crisi depressiva, i genitori la costringono a frequentare un gruppo di supporto per malati terminali. Durante la prima riunione, Hazel incontra Augustus Waters (Ansel Elgort), un ex giocatore di basket con una gamba amputata, con cui instaura subito un rapporto amichevole. Uniti nel dolore e affascinati dal libro "Afflizione imperiale", i due ragazzi partono per Amsterdam alla ricerca del suo autore, Mr. Van Houten (Willem Dafoe) per chiedergli spiegazioni sul futuro dei protagonisti del romanzo. Davanti all'estrema bellezza del posto e alla loro naturale propensione alla malinconia, Hazel e Gus scoprono il vero amore. Paesaggi ameni e boschi incantati sono il terreno in cui sboccia, giorno dopo giorno, un sentimento forte e appassionato che oltrepassa i limiti della vita stessa. Hazel è una ragazza introversa ma estremamente intelligente e determinata. Ha accettato la sua malattia, ha imparato a vivere una vita imperfetta e ad apprezzarne le piccole gioie. Quando incontra Augustus, che la riempie di attenzioni e la fa sentire importante, la ragazza se ne innamora perdutamente ma rifiuta una passione che, essendo limitata nel tempo, recherebbe dolore ad entrambi. Grazie al romanticismo e all'autenticità di Gus, però, Hazel decide di mettersi in gioco e di affrontare ansie e preoccupazioni vivendo ogni giorno come se fosse l'ultimo. Condividendo un breve ma intenso viaggio ad Amsterdam, illuminata prima dal sole e poi dalle stelle, la cittadina olandese diventa lo scenario idilliaco e sparksiano su cui i due ragazzi proiettano i propri sogni. Rispettando gli intenti drammatici - ma non pietosi - degli sceneggiatori Scott Neustadter e Michael H. Weber (entrambi autori de La pantera rosa 2 e di The Spectacular Now), il direttore della fotografia Ben Richardson (Re della terra selvaggia) utilizza prettamente fonti naturalistiche di illuminazione, ricorrendo a filtri colorati soltanto laddove le circostanze calde e romantiche lo richiedono. La scintilla amorosa, accesa ma subito sopita, viene inizialmente lasciata in sottofondo, fino a quando il naturale svolgersi degli eventi la porta lentamente ad emergere e a prendere il sopravvento su qualsiasi altra emozione, creando un "per sempre" in un numero finito di giorni. Sostituendo carrellate laterali e panoramiche circolari a primi piani esasperati e inquadrature a strapiombo, il regista si avvicina ai suoi personaggi, se ne prende cura, ne condivide il dolore e li assiste fino all'ultimo momento. Delicato, dunque, commovente ma non strappalacrime, Colpa delle stelle si rivela un dramma amoroso e romantico che, alternando lacrime e sorrisi, evidenzia l'importanza dei sentimenti per sopravvivere alle dure difficoltà della vita.