Antoine (Lambert Wilson), raggiunta la soglia dei cinquantanni con un infarto alle spalle, decide di cambiare vita: la malattia, infatti, invece di renderlo più attento alla salute, lo ha convinto che valga la pena godersi il tempo rimasto. Così Antoine, per festeggiare il ritrovato amore per la vita, decide di invitare i suoi amici in una villa con piscina, per passare insieme l’estate senza porsi troppo problemi. Quella che era nata come un’idea per divertirsi però diventa ben presto l’occasione per far riemergere vecchie storie, tradimenti e complicazioni. Eric Lavaine torna, dopo Benvenuto a bordo, a dirigere una deliziosa commedia estiva. Barbecue fa pensare all’immagine di un prato baciato dal sole, a un gruppo di amici che attendono che la carne sulla griglia pian piano si colori per mangiare e passare insieme un po’ di tempo. Un film disimpegnato, insomma, che non mira a riflettere sulle dinamiche interne ai sentimenti di amicizia e che solleva solo pochi, leggeri interrogativi a cui - in ogni caso - il pubblico non è chiamato a dare alcuna risposta. Lo spettatore, al contrario, si trova davanti a una fotografia cristallina che rimanda perfettamente l'immagine di un film semplice che diverte e rilassa senza chiedere niente in cambio. Oltre al cast - con interpreti capaci di relazionarsi tra loro - l'elemento più riuscito è senz'altro la scrittura brillante. Colmo di dialoghi politicamente scorretti, talvolta al limite dell’assurdo, lo script di Barbecue è di quelli che fanno ridere con intelligenza, senza dover necessariamente ricorrere alla battuta di bassa lega. Questa attenzione ai tempi comici e all’importanza della parola ben detta si inserisce senza sforzo nella tradizione della commedia francese che molto spesso preferisce il misunderstanding a una gag ormai troppo visitata.