Per molti appassionati Gino Bartali è stato l’eroe del ciclismo. Dal Tour de France al Giro d’Italia, un simbolo del tricolore in Europa e - perché no - anche nel mondo. E mentre Benito Mussolini lo voleva egregio rappresentante della razza ariana (e italica), per provare come anche l’italiano potesse essere puro quanto gli atleti del Reich tedesco, ironia della sorte il ciclista non smise mai di essere in contrasto con il regime. Contro le leggi razziali e in opposizione al fascismo, Bartali agì in silenzio, difendendo e salvando numerosi ebrei fra quelli perseguitati nel nord-Italia sotto la Repubblica di Salò. My italian secret – The forgotten heroes racconta questo, ma non solo. Oren Jacoby – già esperto nel campo dei docufilm – fa della vita del ciclista toscano lo sfondo di tante storie incatenate tra loro. Diversi protagonisti diventano testimoni di un’Italia composta da uomini e donne che hanno soccorso e aiutato molti ebrei sotto le leggi razziali, rischiando in primo luogo la propria vita e quella delle rispettive famiglie. Jacoby intreccia abilmente le storie di quattro ebrei sopravvissuti alle razzie naziste ripercorrendo la loro infanzia tramite le testimonianze personali e dei familiari. La paura, il coraggio, ma anche l’affetto sono le principali emozioni che si stagliano su un’opera sicuramente malinconica, ma mai incerta, che segue un suo filo originale senza perderlo mai. La traccia, come anticipato, è la vita di Gino Bartali che – facendo credere alle autorità tedesche di allenarsi – approfittava delle proprie doti di ciclista per distribuire in bicicletta false carte d’identità e diventare una preziosa staffetta per gli ebrei nascosti nel ferrarese. A raccontarlo ci pensa il figlio del campione, Andrea Bartali, che fino all’ultimo ha promesso al padre di non raccontare mai di questi episodi, dal momento che lui “Amava fare del bene e non dirlo”. Il racconto di Jacoby – va premesso – prende le distanze dal tipico modus operandi dei registi di fronte alla questione ebraica. Anzitutto c’è un importante punto di novità: la vita di Gino Bartali posta a comune denominatore della pellicola. Presente, ma ripresentata a tratti, l’esperienza del campione segue lo scorrere della trama, quasi a voler rappresentare in toto gli eroismi compiuto dagli italiani nei confronti degli ebrei (connazionali e non) perseguitati dal nazionalsocialismo. Anche grazie alla voce narrante di Isabella Rossellini, il documentario scorre piacevolmente, regalando allo spettatore momenti di curiosità, di ilarità, ma anche – com’è ovvio – di sofferenza. La regia di Jacoby è notevole: oltre a trovare con successo i tecnicismi tipici del documentario (testimonianze, sopralluoghi, storie) riesce a rappresentare cinematograficamente alcune scene del passato vissute proprio dai protagonisti. My italian secret – The forgotten heroes non è solo un documentario e non è solo cinema: è anche e soprattutto una testimonianza storica. Efficiente, efficace e decisamente piacevole.