Un vecchio artigiano intagliatore di bamboo trova nel bosco una strana creatura, una piccolissima donna che però si trasforma subito in una neonata. L'uomo, sbaloridito, porta la bimba a casa per mostrarla alla moglie e i due si accorgono presto che gli dei hanno ancora molto in serbo per la loro famiglia: la bambina prodigiosa ha poteri magici e preziosi e il padre, comprendendo il potenziale del dono che ha ricevuto, decide di educare la figlia come una principessa. Principessa sarà dunque il nome che il vecchio padre le imporrà, nel sogno di farne una damigella e di dare una svolta alla propria vita di sussistenza. Ispirato a un racconto popolare giapponese, La storia della principessa splendente di Isao Tahakata è un film di animazione disegnato in maniera tradizionale. Un'opera fredda e troppo lunga, dal ritmo modesto e dalla storia poco coinvolgente. Paesaggi e colori, però, sono quanto di più affascinante il film possa offrire: al disegno si abbina una tecnica nuova, azzardata dal regista, che consiste nel tracciare personaggi e sfondi insieme, per trasmettere l'idea del perenne movimento. L'effetto che nasce è di immagini che scorrono via e colori che sfuggono dalla matita. L'acquerello racconta l'evanescenza dell'acqua, l'incostanza della pioggia e i riflessi misteriosi della luna. Non si tratta solo di un godimento estetico, anzi, la tecnica è perfetta per trasmettere l'essenza della giovane e magica protagonista, incontenibile e ribelle. La storia della principessa splendente non è solo una dicotomia tra libertà e costrizione, tra la bellezza della natura e l'artificio della città, tra felicità e dolore, pace e violenza. La malinconia diventa presto rabbia e i sentimenti si mischieranno come i colori sulla tavolozza, come i vapori nella tempesta. La bambina si opporrà al suo destino di obbedienza ora con livore ora con l'astuzia. Come da tradizione orientale, dei molti pretendenti che le si affolleranno dinnanzi, paragonando il loro amore a oggetti preziosi e leggendari, Principessa sposerà solo colui che affronterà viaggi pericolosi per donarglieli. Dove la strategia non arriva, per salvarsi dal maschilismo, dalla prepotenza e dagli obblighi familiari la protagonista si rifugia nel sogno, così forte da sembrarle realtà, così intenso da realizzarsi. Ma dinnanzi alla minaccia dell'oblio - che oltre al dolore porta con sè anche tutti i ricordi felici - anche alla ribelle protagonista l'accettazione del proprio destino pare la via più ragionevole. Con il suo placido finale, La storia della principessa splendente apparirà forse per il pubblico occidentale, educato al lieto fine e speranzoso nel riscatto della sorte, una visione un po' ostica.