Nato come manga, poi divenuto anime, Doraemon è stato il protagonista di trentacinque film. In Italia comparve sugli schermi nel 1982, per non uscirne praticamente più: da allora le repliche del gatto spaziale imperversano su reti e programmi per bambini, affascinando due generazioni di spettatori. I registi Ryuchi Yagi e Takashi Yamazaki decidono di partire dalle origini della storia, spiegando come mai Doraemon approdi dal futuro nel Giappone odierno, diventando amico dell'imbranato Nobita. Il micio bianco e azzurro esordisce inoltre in 3D: scene di corse, visuali aeree e voli sono fatti apposta per esibire le potenzialità degli effetti tridimensionali, pur rimanendo di una grafica piuttosto scadente se paragonata a film Pixar o Dreamworks. Non si perdono gli stereotipi degli anime giapponesi: reazioni eccessive, espressionismo, cerotti e bernoccoli fuori misura che fanno sempre ridere il pubblico più giovane e sono familiari anche a chi ha qualche anno in più. Sgridato a casa e bistrattato a scuola, il piccolo Nobita sembra ormai essersi arreso al suo ruolo di ritardatario e pigro, agli "zero" scritti in rosso e sottolineati due volte fino a che una sera delle tante qualcosa cambierà per sempre la sua vita. Doraemon viene inviato sulla Terra per redimere Nobita dalla sua illustre carriera di fannullone e metterà in campo un arsenale di oggettini futuristici, cari allo stile giapponese, i chiusky. Così in maniera comica e ingenua i problemi, le paure, gli incubi dei piccoli vengono risolti proprio come li risolverebbe un bambino: con l'aiuto di un amico che fa da fratello maggiore e da alleato e con gadget magici che spazzano le ansie. Una porta che conduce direttamente a scuola per evitare il ritardo, un panno che fa andare avanti o indietro il tempo, una fetta di pane con formule e regole di grammatica che se mangiata vengono memorizzate. Il ragazzino si diverte e si salva dalle prese in giro e dai continui fallimenti, mostrando come la vita dei bambini non sia affatto libera dalle ansie e dalla frustrazione. Ma un gatto robot, per quanto divertente, non basta: sarà Nobita che dovrà mostrare coraggio e fare vedere a tutti quanto vale, conquistando e salvando la ragazza più bella della scuola. Userà i chiusky con intelligenza, adattandoli ai suoi scopi e dimostrando a tutti quanto è generoso di cuore. Potrà piacere molto Doramon, perché rappresenta sia l'aiuto provvidenziale e magico -che talvolta anche i "grandi" vorrebbero quando si sentono sconsolati e perdenti - ma anche la possibilità di uscire dai problemi in maniera inaspettata e di trovare la propria strada.